Il conto alla rovescia è iniziato: nel 2035 scatterà il bando alla vendita delle auto nuove con motore a combustione, almeno secondo quanto deciso dall’Unione Europea. Addio benzina. Addio diesel. O almeno, così vorrebbero a Bruxelles. Peccato che, fuori dai palazzi delle istituzioni, la realtà sembri un’altra. Secondo un sondaggio condotto da AutoScout24 in sei Paesi europei, la metà degli italiani punta i piedi. Non intendono rinunciare al caro vecchio motore termico. E anzi, preferirebbe fermare le operazioni. Un po’ per nostalgia, un po’ per abitudine e – diciamolo – per questioni pratiche. Perché l’elettrico, oggi, molti lo considerano ancora un’incognita. E l’idea di dover cambiare completamente abitudini fa storcere il naso a tanti.
Il termico resiste
Non è solo l’Italia a frenare. Il record del “no grazie” va all’Austria, dove il 61% degli intervistati vorrebbe rinviare o cancellare del tutto il divieto. Seguono Germania (58%), Francia (55%) e, appunto, lo Stivale con il 52%. Numeri eloquenti sulle difficoltà nel dire addio al termico. E attenzione: se si guarda solo a chi è proprio contrario, senza se e senza ma, le percentuali calano, l’ordine resta. Anche nel nostro Paese, oltre il 20% degli intervistati vuole abolire in toto la misura. Insomma, definirla pigrizia significa sottovalutare la questione. Il punto è che l’elettrico stenta a rappresentare una vera alternativa.
A onor del vero, i giovani sono più propensi al cambiamento. Alcuni, addirittura, sarebbero favorevoli anticipare lo stop prima del 2035. Ma tra gli Over 35 – e in particolare tra gli uomini – l’amore per il motore a scoppio è forte. E il romanticismo c’entra poco. È anche una faccenda di concretezza. In Italia, ad esempio, un terzo degli intervistati considera le auto a combustione ancora più efficienti e comode per le esigenze di mobilità quotidiana. Le elettriche? Belle, silenziose, tecnologiche. Ma poco pratiche. Soprattutto per chi fa tanti chilometri, vive fuori città o non ha una colonnina sotto casa.
Questione di soldi
Poi c’è il nodo principale: il portafoglio. Oggi le full electric costano parecchio. E infatti, rispetto a un anno fa, il 44% degli italiani è meno disposto a spendere per comprarne una. Solo il 16% è pronto a fare il salto e investire. Tutti gli altri? Rimangono alla finestra, aspettando magari condizioni di acquisto migliori, incentivi chiari o modelli low-cost. E sull’usato le cose vanno persino peggio: il 41% si rifiuta di valutare un’elettrica di seconda mano. La fiducia, insomma, è ancora da costruire.
Qui arriva un altro tema spinoso. Perché qualcuno dubita che le BEV siano così “green”. Il 23% degli italiani pensa che, considerando tutto il ciclo di vita – produzione, batterie, smaltimento – inquinino più delle auto a benzina o diesel. Non importa se sia vero o no: è una percezione diffusa, e le percezioni contano eccome. Nel frattempo, le colonnine aumentano, i modelli diventano accessibili, si mormora di carburanti alternativi ed e-fuel. Ma l’impressione è che manchi ancora un tassello fondamentale: la fiducia, e in assenza nessuna transizione potrà mai essere davvero efficace. Per ora, quindi, la strada è in salita. E se metà degli italiani continua a dire no allo stop dei motori termici, forse è il caso di ascoltare, prima di accelerare.