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Stop a benzina e diesel per sei Case automobilistiche

Nov 11, 2021

Uno dei più grandi obiettivi per il futuro è l’eliminazione totale dei veicoli a combustibile fossile. Un risultato raggiungibile nel tempo, gradualmente, per incrementare la sostenibilità del settore automotive e concentrarsi al meglio sul benessere dell’ambiente e sulla qualità dell’aria che respiriamo.

Ad oggi diverse Case automobilistiche si sono già poste degli importanti traguardi da raggiungere. Sei di queste hanno deciso che, entro il 2040, diranno stop definitivamente alla produzione di veicoli alimentati a combustibile fossile. Si impegnano quindi per la riduzione delle emissioni di carbonio. Fonti attendibili, che conoscono i contenuti dell’impegno, hanno affermato che ci sono però dei brand molto importanti, tra cui anche Volkswagen e Toyota, e dei mercati fondamentali, tra cui USA, Germani e Cina, non hanno aderito al piano COP26.

Un quarto delle emissioni globali di carbonio nell’aria provengono da auto, camion, autobus, aerei e navi. I dati sono confermati dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. La maggior parte dell’inquinamento proviene sempre e comunque dal trasporto terrestre e quindi dalla circolazione stradale. Quali sono le Case auto che hanno firmato l’impegno a dire addio gradualmente alla produzione di mezzi inquinanti? Ford, General Motors, Volvo, BYD, Jaguar Land Rover, Mercedes-Benz, e anche un’unità indiana di Tata Motors. L’iniziativa si pone come obiettivo la limitazione del riscaldamento globale, entro la metà del secolo. C’è anche chi entro il 2030 vuole diventare totalmente elettrica, anticipando i tempi: Volvo è una di queste.

Tra i Paesi già impegnati in questa transizione elettrica (entro il 2040 o prima) ci sono anche la Nuova Zelanda e la Polonia: è quanto affermato dalla Gran Bretagna, dove si tiene il vertice della COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 (che l’ONU riunisce ormai da tre decenni, la “Conferenza delle Parti”). Quest’anno si tiene il 26eismo vertice annuale (COP26), a Glasgow.

La preoccupazione maggiore è rivolta verso l’apparente rifiuto della Cina e degli USA ad aderire, la prima rappresenta infatti il più grande mercato auto al mondo, gli Stati Uniti la più grande economia e il secondo mercato automobilistico globale. General Motors si ritiene “orgogliosa di essere al fianco di altre aziende, governi e organizzazioni della società civile per sostenere la dichiarazione di impegnarsi a lavorare per una transizione verso veicoli a emissioni zero al 100% entro il 2035”. Ford conferma il suo impegno e sostiene che, per avere successo, è necessario “che tutti lavorino insieme”. Nonostante gli USA non si uniscano alla COP26, secondo fonti ufficiali, la California e New York prendono invece parte al piano, e si tratta dei Paesi-chiave per l’acquisto di auto.

Le Case che non vogliono perseguire gli obiettivi della COP, o almeno non entro il 2040, sostengono che il cambiamento tecnologico interno delle aziende sarebbe troppo costoso, oltretutto i governi dovrebbero impegnarsi stabilmente per garantire la realizzazione di tutte le infrastrutture di ricarica e rete necessarie per il funzionamento ottimale dei mezzi elettrici. Come abbiamo visto, Stellantis non ha aderito all’ultimo impegno, ma nemmeno Hyundai, BMW, Honda e Nissan.

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