giovedì 2 novembre 2017 09:55
ROMA – Un grande allenatore saprebbe allenare anche un’intera nazione. Sembra essere questo il ragionamento che inizia a prendere piede nel mondo Nba che in più di un’occasione ha espresso il suo forte malcontento per la presidenza Trump. Per determinare chi possa essere il suo successore c’è ancora molto margine (le prossime elezioni sono nel 2020) ma i Warriors non vogliono perdere tempo e hanno deciso di lanciare subito il proprio endorsement nei confronti dell’accerrimo rivale Gregg Popovich, allenatore dei San Antonio Spurs. «Ci sono tutte queste battute su una sua possibile candidatura – ha spiegato l’allenatore di Golden State Steve Kerr -. Io lo voterei di sicuro, sarebbe un ottimo presidente. Sono convinto, scherzi a parte, io lo voterei. Secondo me un presidente deve avere onestà e integrità, sono sicuro che lui le garantirebbe». Anche Stephen Curry, la stella più luminosa dei campioni Nba, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Lui è grande in Nba e penso che lo sarebbe anche alla guida degli Stati Uniti». C’è chi sogna anche un ticket Popovich-Kerr, al punto che è stato inaugurato il sito www.popovichkerr2020.com per lanciare la doppia candidatura. Una boutade? Solo fantapolitica? Lo si diceva anche della campagna di Trump e poi sappiamo com’è andata a finire…