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Start & Stop, verso l’addio sulle auto moderne: il motivo

Ago 14, 2025

Svariate tecnologie, anche quelle migliori adottate sulle auto termiche, hanno i giorni contati. Il sistema Start & Stop spegne e riaccende automaticamente il motore a combustione interna, riducendo il tempo in cui il motore è in moto con auto ferma. L’obiettivo è quello di diminuire le emissioni inquinanti e i consumi di carburante nei momenti in cui si rimane imbottigliati nel traffico. Per tutti, dati i costi del carburante, la soluzione è diventata una priorità assoluta per risparmiare qualche euro.

Il sistema Start & Stop venne ideato da Mauro Palitto, che lavorava nel Centro Ricerche FIAT. La Regata ES (Energy Saving) del 1983 fu la prima auto ad avere un sistema di start/stop automatico. Nacque poi la soluzione della Volkswagen con l’attivazione manuale tramite un pulsante sulla Passat. Venne adottata in seguito sulla Golf Ecomatic, sulla Lupo e sull’Audi A2. All’epoca le tecnologie non erano ancora così evolute e lo Start & Stop non divenne molto popolare.

L’evoluzione moderna del sistema

Grazie a Citroën la tecnologia divenne alla portata di tutti dal 2004 con i modelli C2 e C3 dal 2004. I tecnici francesi unirono la soluzione a un cambio automatico SensoDrive e un alternatore reversibile a controllo elettronico o generatore-starter integrato (ISG). Un ISG, meglio conosciuto come starter-alternatore integrato, racchiudeva in una sola unità il motorino d’avviamento e l’alternatore. Le innovazioni di ultima generazione garantiscono risparmi di carburante fino al 26% nelle aree urbane, tuttavia la sua utilità nelle moderne auto ibride è limitatissima perché il motore termico si spegne automaticamente nelle fasi di bassa velocità o di arresto, facendo scattare la modalità elettrica.

Sui veicoli 100% elettrici non sorge nemmeno il problema, non presentando il motore termico. Per questi motivi sulle vetture di ultima generazione elettrificate il sistema Start & Stop è diventato superfluo. Non una grave perdita per i puristi che non apprezzavano le vibrazioni o, in alcune circostanze, delle partenze poco fluide.  Il sistema di spegnimento e riaccensione tende a scaricare la batteria. Quest’ultima in caso presenti una carica troppo bassa agisce per evitare un malfunzionamento. La centralina di controllo della batteria (BMS) disattiva, infatti, la funzione Start & Stop per garantire che ci sia abbastanza energia per avviare il motore.

Lo sviluppo sulle FIAT

Sul finire del 2008 la Casa torinese ha proposto il sistema Start & Stop sviluppato da Bosch sulla 500. Nel 2009 anche Alfa Romeo ha inserito questo sistema sulla MiTo con motore Multiair Turbo Benzina da 1400 cm³. Come evoluzione del concetto di Stop & Start, nel 2011 PSA ha sviluppato un propulsore Turbo Diesel chiamato e-HDi. In questo motore l’arresto non avviene solo a vettura ferma, ma anche in fase di rallentamento scendendo sotto una certa velocità. Sulla vicenda è intervenuto persino il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha definito la tecnologia “dannosa”.

I numeri furono positivi con un abbassamento dei consumi. Come evoluzione del sistema di Stop & Start, nel 2011 il Gruppo PSA, oggi confluito in Stellantis, ha presentato un propulsore Turbo Diesel denominato e-HDi. In questo motore l’arresto avveniva già al rallentamento dell’auto stessa. Pur essendo presente anche sulle vetture ibride, il sistema è nato per la massima efficienza sulle auto con motori a combustione interna.

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