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Stadio Roma, chiesta nuova proroga della conferenza dei servizi

Mar 1, 2017

ufficiale. I proponenti del progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle (la societ Eurnova del costruttore Luca Parnasi) stanno per inviare una lettera in cui si chierde una proroga della c onferenza dei servizi, che scade il 3 marzo. Nella lettera si chiede una sospensione dei lavori della Conferenza dei servizi decisoria e dei procedimenti connessi per un termine non inferiore a giorni 30, al fine di superare le criticit evidenziate e definire il procedimento con esito positivo. In quel lasso di tempo la giunta Raggi dovr approvare un’altra delibera per modificare la precedente sullo stadio a Tor di Valle (varata dalla giunta Marino), che stabiliva la pubblica utilit dell’opera.

Una modifica resasi necessaria dopo l’accordo di venerd scorso tra giunta Raggi e As Roma sulla revisione del progetto originario, con il taglio del 50% complessivo della cubature (il 60% solo sul Business Park). Secondo fonti del Campidoglio non servirebbe una variante al piano regolatore. A seguire il nuovo voto in Assemblea capitolina. Lo scorso 30 gennaio era stato il Campidoglio a chiedere una proroga di un mese della conferenza dei servizi per decidere sullo Stadio della Roma. Nel testo sottoscritto odierno da Eurnova srl si ricorda anche l’avvio di un procedimento da parte della Soprintendenza dell’iter per vincolare l’ippodromo di Tor di Valle.

Stadio, Raggi: garantite le opere per raggiungerlo

Ma il nodo opere pubbliche a tenere banco. Con il sospetto dentro il M5S che la Regione Lazio guidata dal Pd Nicola Zingaretti si possa mettere di traverso in Conferenza dei servizi, anche per motivi politici. Facciamo un po’ di chiarezza – ha scritto la sindaca Virginia Raggi su Facebook -. Il nuovo progetto prevede le opportune infrastrutture per permettere ai tifosi e ai cittadini di accedere all’area dello stadio e di muoversi senza problemi. Chi ci attacca dimentica

di sottolineare che abbiamo tagliato tre grattacieli e migliaia di metri cubi. In sette mesi noi abbiamo trovato un accordo con la As Roma per realizzare un progetto innovativo ed ecosostenibile che prevede il taglio del 60% degli edifici

commerciali. Per c’ sempre qualcuno, scontento di tutto, che inventa notizie per creare confusione.

I rendering dello stadio della Roma, in una combo tra il progetto dei proponenti con le tre torri, e quello uscito modificato dall’accordo in Campidoglio del 24 febbraio 2017, senza torri e a cubature complessive (comprese le opere pubbliche) ridotte

I dubbi della Regione Lazio

Il Comune ha fatto il suo, ora ci aspettiamo che la Regione faccia altrettanto e non ostacoli, per mere ragioni di carattere politico, la costruzione dello stadio – le ha fatto eco dice il presidente M5S dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito -. Altrimenti Zingaretti e il Pd si prenderanno la responsabilit di aver bloccato il progetto. Non si conoscono ad oggi le opere e le infrastrutture che l’accordo reputa indispensabili per garantire la mobilit, il miglioramento dell’ambiente e della qualit urbana, aveva lamentato per nei giorni scorsi l’assessore regionale alle Politiche territoriali Michele Civita. Dalla regione si profila la disponibilit a concedere altri 30 giorni per la conferenza dei servizi, ma soltanto per vedere le carte. E studiarle.

Investimento ridimensionato

Come documentato dal Sole 24 Ore in edicola oggi, l’investimento privato per lo stadio della Roma cala da 1,7 miliardi a quasi un miliardo. Le cubature si dimezzano, da circa un milione di metri cubi a 500mila metri cubi. La capienza passa da 60mila a 52-55mila posti per ridurre la pressione sul trasporto pubblico e privato. Il valore delle opere pubbliche connesse, a carico dei proponenti, scende da 440 milioni a circa 330 milioni. Sono questi i numeri cardine del progetto di Tor di Valle, alle ultime limature dopo l’accordo raggiunto venerd scorso tra la sindaca Virginia Raggi, l’As Roma e il costruttore Luca Parnasi.

La riduzione delle cubature

La riduzione delle cubature per via dell’addio alle tre torri di Libeskind determina un calo dell’intervento “compensativo” dei privati in termini di finanziamento delle opere pubbliche. Resta fuori dall’investimento il ponte carrabile sul Tevere con lo svincolo per la Roma-Fiumicino, che valeva 94 milioni. Le ipotesi al vaglio sono due: o proseguire con il progetto del Ponte dei congressi, gi finanziato dal Cipe per 145 milioni cui si aggiungono 100 milioni di fondi comunali, a 800 metri da dove doveva sorgere l’altro, oppure “stornare” 70 milioni sul ponte dello stadio. Si risparmierebbe, fanno notare dal Campidoglio.

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