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Manovra, oggi arriva il no all’Europa. Ma i vescovi: “Così non ci si salva”
di ROBERTO PETRINI
MILANO – Le difficoltà del comparto tecnologico di Wall Street si riflettono sui mercati asiatici, mentre l’Italia è al centro dell’attenzione nelle sale operative perché deve oggi la sua risposta alla Commissione europea, che ha chiesto a Roma di modificare la Manovra per il prossimo triennio. Se non lo farà, il governo andrà incontro a una procedura d’infrazione per deficit eccessivo nell’ambito della regola sul calo del debito. Il Consiglio dei Ministri è convocato per la serata.
Intanto le Borse europee aprono in tenuta, a dispetto dei cali generalizzati. Il Ftse Mib di Milano segna un guadagno dello 0,3%, Francoforte sale dello 0,46%, Londra dello 0,17% e Parigi dello 0,43%.
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi si conferma in area 305 punti base in apertura di giornata, con i decennali italiani che rendono il 3,44%. Tra i dati macroeconomici attesi oggi, le richieste Usa di disoccupazione e l’indice Zew sulle aspettative economiche dell’Eurozona. L’euro prova a rimbalzare dopo la caduta di ieri ma resta ai minimi degli ultimi 16 mesi a seguito delle tensioni fra il governo italiano e la Ue sul bilancio mentre si teme per la tenuta del governo May e il suo accordo di compromesso sulla Brexit. La moneta unica sale così dello 0,24% a 1,124 dollari dopo aver raggiunto un minimo di 1,1218. La sterlina avanza dello 0,14% restando comunque sotto quota 1,29 (1,286).
Prosegue il calo del prezzo del petrolio dopo il monito di ieri, in un tweet, del presidente Usa Trump a Opec e Arabia Saudita a non tagliare la produzione di greggio. Le quotazioni del petrolio Wti del Texas, che erano subito girate in negativo nella seduta di ieri dopo le dichiarazioni del presidente Usa, continuano a scendere e segnano un -1,1% a 59,27 dollari. Perde quota anche il Brent a 69,58 dollari (-0,77%). La caduta dei listini azionari a livello globale spinge il prezzo dell’oro. Le quotazioni del metallo con consegna immediata , scese nei giorni scorsi, risalgono così a 1204 dollari l’oncia (+0,4%).