L’applicazione Spotify per pc, Mac e Linux presenta un bug che riduce di molto la vita degli hard disk e ancor di più dei dischi a stato solido. A quanto pare la società è a conoscenza del problema già da diversi mesi, ma l’aggiornamento che risolve il problema è stato rilasciato solo da poco e non è ancora arrivato a tutti gli utenti.
Da quasi cinque mesi, o più, il servizio di musica in streaming Spotify occupa uno spazio di archiviazione abnorme. Si tratta di decine, in alcuni casi centinaia, di gigabyte occupati in scrittura dall’applicazione. In alcuni rari casi si sono misurati anche terabyte. Il sovraccarico si verifica anche quando Spotify è inattivo e non memorizza i brani localmente.
Il comportamento dell’applicazione pone un onere inutile sui dispositivi di memorizzazione degli utenti, in particolare sugli SSD (dischi a stato solido), su cui non si può riscrivere all’infinito, ma hanno una capacità limitata. Scrivere continuamente centinaia di gigabyte di dati inutili su un’unità ogni giorno per mesi o anni ha il potenziale di causare la morte dell’SSD riducendone la vita anche a pochi mesi in casi estremi.
Spotify per Windows, Mac e Linux è soggetto a questo bug almeno dal meso di giugno scorso quando tanti utenti hanno segnalato il problema nel forum di supporto ufficiale della società. In genere, l’applicazione scrive da 5 a 10 GB di dati in meno di un’ora anche quando l’applicazione è inattiva. Secondo Ars Technica lasciare Spotify in esecuzione per periodi più lunghi di un giorno ha portato quantità a memorizzare dati per più di 700 GB.
La società svedese non ha risposto agli utenti sul forum dell’applicazione e nemmeno fatto alcun commento fino a quando la notizia si è diffusa in tutto il mondo. L’unica cosa detta è stata: “Abbiamo visto le domande di alcuni utenti della nostra comunità circa la quantità di dati scritti utilizzando il client di Spotify sul desktop. Questi sono stati esaminati e gli eventuali potenziali problemi ora sono stati affrontati e risolti con la versione 1.0.42, attualmente inviata a tutti gli utenti“.
Secondo i post del forum di Spotify, la scrittura massiccia dei dati è legata a uno o più file del database che comprendono la stringa Mercury.db. Gli utenti hanno proposto diverse tecniche manuali che dovrebbero correggere o mitigare il problema, ma la soluzione per risolvere questo bug deve, senza dubbio, arrivare da Spotify e rendere l’aggiornamento disponibile a tutti gli utenti immediatamente.
L’aggiornamento non è ancora disponibile per tutti gli utenti, in un paio di giorni dovrebbe essere installato in tutto il mondo per Mac e Windows. Una volta che l’aggiornamento sarà disponibile, Spotify lo installerà automaticamente alla successiva apertura dell’applicazione oppure, se l’app rimane aperta, gli utenti riceveranno una notifica nella schermata dell’app segnalata da una bandiera blu con la richiesta di riavviare il client per installare l’ultimo aggiornamento.
Per verificare l’ultima versione installata avviare Spotify, andare su aiuto e quindi su “Informazioni su Spotify”. Se la versione indicata è la 1.0.42 si può stare tranquilli perché il software è stato aggiornato. Se così non fosse sarebbe meglio attendere l’arrivo dell’aggiornamento.