Alberto Polverosi
giovedì 15 settembre 2016 09:20
NAPOLI – Sull’autocritica intellettualmente onesta di Maurizio Sarri dopo Dinamo Kiev-Napoli ci sono un paio di punti da discutere. Il primo: il tecnico ha detto che l’effetto- Champions si è fatto sentire su una squadra non abituata a queste partite, con molti giocatori al debutto. Sarà. Ma se quella stessa squadra gioca in trasferta, va sotto di un gol e vince in rimonta di sicuro non se la fa sotto. La personalità non è mancata. Il secondo: Sarri ha spiegato che sul piano tattico il Napoli non ha sbagliato ed ha aggiunto che sono stati gli errori tecnici a penalizzarlo nello sviluppo della manovra. Vero. Il Napoli ha sbagliato molti tocchi, molti appoggi e molti passaggi. Ma questo è l’effetto, non la causa. Gli errori sono stati determinati dall’assetto della Dinamo che, fin quando ha avuto le forze per farlo, non ha concesso spazi sugli esterni e neppure al centro, con una notevole densità di giocatori in ripiegamento. In una partita può sbagliare Hamisk, in un’altra Jorginho, in un’altra ancora Callejon, ma se sbagliano molto (troppo) tutti quanti insieme nella stessa gara probabilmente la ragione è anche tattica.
PIU’ FORTE – Da Kiev il Napoli è uscito più forte di quando è arrivato in Ucraina. Ha vinto una partita che pesa nel girone di Champions e avrà buoni riflessi sul campionato. Nella stagione scorsa dicevamo che la differenza fra la Juve e il Napoli stava proprio nelle vittorie con poco gioco: alla Juve bastava qualche buona azione per vincere, al Napoli serviva sempre la grande prestazione. Ora forse anche la squadra di Sarri può conquistare i 3 punti senza per forza dominare l’avversario.
LA DIFFERENZA DI MILIK – Ma esce più forte da questa prima sfida di Champions soprattutto per i gol di Milik, un bomber nuovo per il gioco del Napoli. Nuovo perché il polacco ha una capacità notevole nel gioco aereo. Dei suoi 4 gol, 3 sono arrivati di testa. Sarri dice che il confronto con Higuain non favorisce la sua crescita, ma la differenza fra i due va sottolineata proprio perché le caratteristiche sono diverse. Higuain non era uno specialista del gioco aereo, Milik sì, e questa differenza porta a considerazioni diverse e forse anche a movimenti diversi. L’ex centravanti dell’Ajax va servito con i cross alti dal fondo. Ghoulam è l’ideale e si è visto anche a Kiev, va bene pure Hysaj, anche se per ragioni di equilibrio attacca meno dell’algerino, ma ora anche le due ali hanno un’alternativa.
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