AGI – Una sorta di avamposto nel deserto, con la bandiera italiana che garriva sul tetto, in mezzo alle dune dorate di Piscinas, davanti al tempestoso mare della Costa delle Miniere. Il ‘regno’ del colonnello Caroli, un vecchio militare in pensione dal fisico asciutto e dal carattere ruvido, era un albergo molto esclusivo, perché difficilmente raggiungibile e per la ‘selezione’ dei clienti che il ‘gestore-comandante’, con ferrea eleganza, imponeva.
Un luogo di indubbio fascino nel Sulcis-Iglesiente, a suo tempo frequentato da intellettuali, giornalisti, gente del mondo dello spettacolo, ma anche tranquille famiglie con figlioletti a seguito.
Ex deposito minerario e colonia marina
Ci si arrivava per una tortuosa, sconnessa e polverosa strada che teneva lontano il turismo ‘mordi e fuggi’ di chi cercava una Sardegna da cartolina con alberghi muniti di piscina e discoteca, lì rigorosamente bandite. Ora rischia di scomparire per far posto a un 5 stelle con tutt’altre ambizioni.
La struttura, ex deposito minerario e poi anche una colonia marina per i figli dei dipendenti della società mineraria, in una zona sottoposta a vincolo monumentale, è già stata in parte demolita. Ora l’hotel ‘Le Dune’ è un cantiere, peraltro bloccato.
Tra i ponteggi che circondano la costruzione, si intravedono nuovi spazi e pilastri di cemento che danno, inevitabilmente, un volto differente all’edificio recuperato da Sergio Caroli, il primo proprietario, ex ufficiale della Folgore e figlio dell’ultimo direttore delle vicine miniere di Ingurtosu. Quando ‘il Colonnello’ acquistò il terreno con il rudere minerario, riqualificò il fabbricato, splendido esempio di architettura industriale, rispettandone le peculiarità, salvaguardandolo e trasformandolo in un albergo con poche austere camere. E difese strenuamente la sua creazione dai tentativi di ‘invasione’ da parte di un turismo che non rispettava la magia del luogo e la sua storia.
Il colonnello abbandonò tutto per andare in Marocco
Nel 2011, però, Caroli decise di vendere tutto, per trasferirsi in Marocco. Il nuovo acquirente, Luigi Caccamo, amministratore della società ‘Le Dune Services Srl’, con sede a Milano, presentò al Comune di Arbus un nuovo progetto, per ristrutturare l’edificio e renderlo un ‘ecoresort’ a 5 stelle. Le risorse per la sua riqualificazione vennero quantificate in oltre 9 milioni di euro.
‘Le Dune Services Srl’ si attivò per chiedere le autorizzazioni necessarie. L’iter per la realizzazione del progetto per la ‘ristrutturazione’ partì nel 2017, ma i lavori sembrano proseguire a rilento e, a oggi, non sono stati ancora conclusi.
La delibera della giunta poi ritirata
Nell’aprile dell’anno scorso la Giunta regionale approvò una delibera per la ‘Dichiarazione di preminente interesse generale e di rilevanza regionale, dell’intervento proposto dal Comune di Castiadas (sulla costa Sud Orientale dell’Isola), finalizzato alla realizzazione di una struttura alberghiera in località ‘Monte Turnu’. Stranamente, in quella stessa delibera, si faceva riferimento a due distinti progetti di investimento, di una proposta però unitaria, per un importo complessivo di quasi 24 milioni di euro, per cui è stato stipulato un contratto di sviluppo il 14 dicembre 2017, con l’agenzia Invitalia. Il secondo progetto in questione era quello della “riqualificazione della struttura turistica ‘Hotel Le Dune Piscinas’ proposta dalla società ‘Le Dune services srl’, per un valore di 9.237.480 euro”.
A soli nove giorni di distanza, però, il 10 aprile 2020, viene approvata una nuova delibera di Giunta per il “Ritiro in autotutela” di quel provvedimento, con la motivazione che “la scelta di presentare un’unica domanda collegando le due iniziative (quella relativa a Monte Turnu e l’altra a Piscinas, ndr), per quanto profondamente differenti, sia ascrivibile esclusivamente all’istante e non possa in alcun modo impegnare l’amministrazione regionale”.
L’esposto degli ecologisti
Sulla vicenda era intervenuta l’associazione ecologista Gruppo di Intervento Giuridico, che aveva presentato un esposto per verificare la regolarità delle autorizzazioni a effettuare i lavori di ampliamento. Sarebbe tutto regolare ma – da quanto si è appreso – nei giorni scorsi i carabinieri della compagnia di Villacidro si sono presentati in Comune, ad Arbus, per acquisire la documentazione sui lavori della struttura di Piscinas.
Il sindaco Andrea Concas non era nel suo ufficio: “Al mio posto – ha spiegato all’AGI – c’era il vicesindaco, ma non ho avuto modo di chiedere informazioni e non so esattamente cosa sia successo”.
Ma, assicura, non dovrebbe esserci alcun problema per quanto riguarda le autorizzazioni: “Conoscendo gli imprenditori e i proprietari della struttura, non credo che stiano facendo lavori illegali. Non penso – sottolinea – che ci siano state iniziative personali, che possano esulare dalla legalità”.
Il primo cittadino, comunque, tiene a precisare che “la sua amministrazione si è insediata a ottobre scorso: le questioni relative a tutto ciò che è avvenuto dal 2016 a prima di ottobre 2020 le hanno seguite dagli uffici, che potranno dare risposte e chiarimenti necessari su eventuali proroghe, che potrebbero esserci state e sul rispetto dei tempi di avvio dei lavori”.
“Io non sono andato lì – assicura il sindaco – e, dunque, non sono in grado di dire se i proprietari abbiano demolito o ristrutturato. Comunque, se la proprietà ha eseguito dei lavori, evidentemente, aveva tutte le autorizzazioni”.
Il progetto ancora bloccato
“Ci siamo occupati della questione di Piscinas – sottolinea Stefano Deliperi, presidente dell’associazione ecologista, contattato dall’AGI – già un anno fa. Rispetto a quanto c’era in precedenza, l’attuale proprietà ha ampliato la superficie, stravolgendo il progetto originario – sostiene -, ottenendo tutte le autorizzazioni possibili e immaginabili. Noi abbiamo recuperato quelle dalla Regione, sia sotto il profilo paesaggistico che su quello della valutazione di incidenza ambientale, e poi anche quelle dalla Soprintendenza e dal Comune di Arbus”.
Per Deliperi il via libera al progetto e al conseguente aumento volumetrico da parte del Comune “è stato basato sul ‘Piano casa'”, ma “i lavori non stanno procedendo nei tempi inizialmente preventivati solo perché, evidentemente, ci sono questioni di carattere economico”.
Il presidente del Gruppo di intervento giuridico esclude, sulla base degli atti in suo possesso, che ci siano “problemi di irregolarità, a meno che in quest’ultimo periodo non abbiano realizzato qualche cosa che andava al di là delle autorizzazioni”.
Oltre ad avere comprato il vecchio albergo, “l’attuale proprietà – spiega ancora Deliperi – ha acquistato anche un pezzo di spiaggia del Comune di Arbus, che proveniva dall’ex Piombo Zincifera sarda, per avere una superficie utilizzabile maggiore”.
“Il vecchio albergo, recuperato da Caroli – secondo Deliperi -, era un vero ‘resort di lusso’: senza piscina e campi da golf, ma con un valore aggiunto rappresentato dal silenzio e dall’isolamento. Chi ci arrivava e decideva di fermarsi, lo faceva per trovare un po’ di tranquillità e godere la magia del uogo. Oggi, invece, lo si vuole trasformare in una struttura come ce ne sono tante altre nel mondo”.