• 11 Ottobre 2024 0:34

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Spari alle basi Unifil, Crosetto: “Non è stato un incidente, non prendiamo ordini da Israele”

Ott 10, 2024

AGI – Grave incidente internazionale nel Libano del sud: le forze armate israeliane hanno aperto il fuoco contro il quartier generale dell’Unifil a Naqoura, ferendo due caschi blu, e le altre due postazioni a Labbouneh e Ras Naqoura che ospitano il contingente italiano. Dura condanna della missione Onu, che ha sottolineato come “ogni attacco deliberato alle forze di peacekeeping è una grave violazione del diritto umanitario internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza”. “Ricordiamo alle Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità dei locali dell’Onu in ogni momento”, ha aggiunto l’Unifil, prima di rispedire al mittente, tramite un portavoce sentito dal sito Walla, la richiesta israeliana di evacuare le postazioni lungo il confine tra Israele e Libano. Anche l’Italia ha “protestato fermamente”, con il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha parlato con l’omologo israeliano Yoav Gallant e ha convocato l’ambasciatore dello Stato ebraico a Roma. “Non si tratta di un errore, non si tratta di un incidente – ha detto poi in una conferenza stampa – gli atti ostili reiterati delle Forze israeliane contro la base 1.31 potrebbero costituire crimini di guerra e sicuramente sono gravissime violazioni del diritto internazionale”. “Questi incidenti sono intollerabili, devono essere accuratamente e decisamente evitati”, ha aggiunto. “Aprire il fuoco contro le forze di peacekeeping non può mai essere tollerato o accettabile. Il casco blu indossato dalle forze dell’Onu deve essere sacrosanto”, gli ha fatto eco il primo ministro irlandese Simon Harris, precisando che nessun militare irlandese è stato coinvolto nell’attacco. Anche da Madrid, il ministro degli Esteri spagnolo Josè Manuel Albares ha espresso “ferma condanna” nei confronti di Israele: “Il governo esige che le parti rispettino le truppe dell’Unifil, la loro sicurezza deve essere garantita”. 

Non c’e’ “alcuna giustificazione” per un atto cosi’ “inammissibile”, ha ribadito l’Alto rappresentante della Politica estera Ue, Josep Borrell. I ministri della Difesa di Francia e Italia, Sebastien Lecornu e Guido Crosetto, hanno concordato di convocare la prossima settimana una riunione dei Paesi che contribuiscono alla missione di pace nel sud del Libano (Francia, Italia, Spagna e Irlanda). Secondo quanto riferito dall’Unifil, stamane un carro armato Merkava ha sparato verso una torre di osservazione presso il quartier generale dell’Unifil a Naqoura, colpendola direttamente e facendo cadere due caschi blu che sono rimasti feriti non gravemente. I soldati israeliani hanno anche aperto il fuoco sulla postazione 1-31 a Labbouneh, colpendo l’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i peacekeeper e danneggiando veicoli e un sistema di comunicazione, mentre un drone è stato osservato volare fino all’ingresso del bunker. Già ieri, i militari avevano deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della postazione. Hanno anche deliberatamente sparato sulla posizione a Ras Naqoura, dove si tenevano regolari incontri tripartiti prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione. Nessun commento sull’incidente da Israele ma l’ambasciatore all’Onu, Danny Danon, ha espresso la “raccomandazione all’Unifil di spostare i caschi blu 5 km a nord per evitare pericoli mentre i combattimenti si intensificano e la situazione lungo la Linea Blu rimane instabile a causa dell’aggressione di Hezbollah”. La richiesta è stata respinta. Intanto, duri combattimenti proseguono nel Libano meridionale. Secondo il ministero della Salute di Beirut, ci sono stati 4 morti e 17 feriti in raid dell’Idf nella regione della Beqaa, mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che un attacco israeliano ha colpito una strada che collega Siria e Libano, un tentativo di tagliare le rotte di rifornimento di Hezbollah.

L’esercito israeliano ha annunciato l’uccisione nel sud del Paese dei Cedri di due comandanti del gruppo sciita filo-iraniano, Ahmad Mustaga Alhaj Ali, responsabile del lancio di centinaia di razzi e missili anticarro su Kiryat Shmona, e Muhammad Ali Hamdan, a capo dell’unita’ anticarro a Meiss Ej Jabal. Hezbollah da parte sua ha sostenuto di aver “distrutto un carro armato” israeliano che avanzava verso Ras al-Naqoura, distruggendolo e provocando vittime. Secondo il Wall Street Journal, la diplomazia Usa intende approfittare dell’offensiva militare israeliana per isolare politicamente Hezbollah nella regione e superare l’impasse politica in Libano con l’elezione del nuovo presidente, incarico vacante dalla fine del mandato di Michel Aoun nel 2022. L’iniziativa di Washington ha il sostegno dell’Arabia Saudita, ma funzionari di Egitto e Qatar, che hanno svolto un ruolo chiave nei negoziati per il cessate il fuoco sia a Gaza che in Libano, considerano il piano americano irrealistico e persino pericoloso, perche’ potrebbe riaccendere lotte intestine in un Paese che ha sofferto una debilitante guerra civile conclusasi nel 1990. In serata è prevista in Israele una riunione del gabinetto di sicurezza per discutere del minacciato attacco all’Iran. Il tema è stato affrontato anche ieri nella telefonata tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Usa Joe Biden. Intanto prosegue l’operazione delle truppe israeliane nel nord di Gaza, incentrata contro il campo profughi di Jabaliya e le vicine città di Beit Hanoun e Beit Lahiya, e volta a impedire ad Hamas di riorganizzarsi. Secondo fonti mediche, almeno 130 persone sono state uccise in sei giorni. Nel centro di Gaza, almeno 28 palestinesi, tra cui donne e bambini, sono stati uccisi e altri 54 feriti in un bombardamento israeliano su una scuola che ospitava sfollati a ovest della città di Deir al-Balah. L’inchiesta dell’Onu guidata dall’ex Alto Commissario per i diritti umani, Navi Pillay – il cui rapporto sarà presentato il 30 ottobre – ritiene che nella guerra contro Hamas nella Striscia, lo Stato ebraico si sia reso responsabile di “sterminio”, in particolare per l’attuazione di una politica concertata di distruzione del sistema sanitario locale. 

 

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