di Stefano Chioffi
mercoledì 1 novembre 2017 17:08
ROMA – I soldi dello sceicco del Manchester City sono entrati nel pacchetto azionario del Girona, il piccolo club catalano che ha firmato una grande impresa nell’ultimo turno della Liga, battendo il Real Madrid di Cristiano Ronaldo e delle dodici Coppe dei Campioni. Un’alleanza nata il 23 agosto, quando il CFG (City Football Group) ha rilevato il 44,3% delle quote e ha girato in prestito cinque giocatori: il mediano Aleix Garcia (classe 1997), l’attaccante Olarenwaju Kayode (1993), il terzino destro Pablo Maffeo (1997, arrivato a gennaio nel 2016), l’ala sinistra Marlos Moreno (1996) e la mezzala Douglas Luiz (1998). In realtà, però, il rapporto di collaborazione tra il Girona e la società inglese era già sbocciato nel 2015.
IL FRATELLO DI GUARDIOLA – Un legame che si è rafforzato da un anno dopo l’arrivo a Manchester di Pep Guardiola, perché suo fratello Pere (agente di Luis Suarez) controlla un’altra fetta importante (circa il 45%) del Girona, promosso in Liga per la prima volta nella scorsa estate: 70 punti in 42 partite, secondo posto alle spalle del Levante e migliore attacco del torneo (65 gol).Il colpo grosso contro il Real Madrid (2-1 in rimonta, con i gol dell’uruguaiano Cristhian Stuani, ex Reggina, e Portu, dopo il graffio di Isco) è diventato la copertina della decima giornata. Ora il Barcellona è sempre più distante da Zidane: Ernesto Valverde, l’erede di Luis Enrique sulla panchina blaugrana, ha messo in cassafore otto punti di vantaggio. Ma a parte il regalo fatto a Messi, il Girona sta vivendo un momento magico: allenato da tre anni e mezzo da Pablo Machín, è entrato nella Liga quasi in punta di piedi e comincia a credere in una storica salvezza. Dodici punti in dieci partite, +6 sulla zona retrocessione: prima del Real, aveva vinto in casa del Deportivo La Coruña (2-1) e si era imposto allo stadio “Municipal de Montilivi” (capienza 13.500 posti) contro il Malaga (1-0).
IL PRIMO TIFOSO – A Girona è nato Carles Puigdemont, politico e giornalista, presidente del governo catalano fino allo scorso 28 ottobre, giorno del commissariamento. Il club indossa la maglia biancorossa. E’ stato fondato nel 1930 in una sala del “Café Norat de la Rambla” e prima dell’ingresso di City Football Group e di Pere Guardiola apparteneva a livello azionario alla TVSE Futbol. Il presidente è un ex calciatore, si chiama Delfi Geli, ha 48 anni, giocava nel ruolo di stopper con l’Albacete, l’Atletico Madrid e ha chiuso la carriera nel Girona.
LA STRUTTURA – Difesa a tre, linea di centrocampo a quattro, due mezzepunte e un centravanti (Stuani): un 3-4-2-1 che regala equilibri. Il capitano è Alex Granell, ventotto anni, nato a Girona. In difesa gioca anche Marc Muniesa, classe 1992, scuola Barcellona, ottenuto in prestito fino a giugno dallo Stoke City. Il centrocampo, pilotato da Granell, garantisce forza e solidità. E tra gli anelli più robusti di questo Girona c’è una mezzala, Pere Pons, maglia numero 8, ventiquattro anni, un metro e 77, 70 chili, dieci presenze in campionato, catalano di Sant Martí Vell, nato il 20 febbraio del 1993 e seguito con attenzione dall’Atletico Madrid. E’ un maratoneta che tampona e riparte: svelto, agile, ispirato in fase di costruzione. Corsa, pressing, idee. Un pony-express, pronto a mettersi a disposizione di tutti. E’ cresciuto nel settore giovanile del Girona, ha fatto un po’ di gavetta anche in terza divisione nell’Olot ed è stato uno dei protagonisti della promozione. Ha un contratto fino al 2020 e qualche ora fa – sul suo profilo Twitter – ha pubblicato la copertina della sua intervista uscita oggi sul quotidiano L’Esportiu in cui esalta il capolavoro del Girona contro il Real Madrid: una partita da favola.
Portada @lesportiucat edició Girona. Entrevista @ppons17 “Que Cristiano no estigués bé va ser mèrit nostre” @GironaFCpic.twitter.com/U3CJcAVwrA
— L’Esportiu (@lesportiucat) 31 ottobre 2017