• 8 Dicembre 2025 10:10

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Sospensioni attive e semi-attive, evoluzione dei sistemi controllati da algoritmi predittivi

Dic 8, 2025

Il controllo della dinamica del veicolo è da sempre un pilastro fondamentale nell’ingegneria automobilistica, mirando a coniugare in modo ottimale i requisiti, spesso contrastanti, di comfort di marcia e di sicurezza/tenuta di strada. Per decenni, le sospensioni passive hanno rappresentato lo standard, basando la loro risposta su parametri meccanici fissi, compromessi statici tra le diverse condizioni operative.

L’avvento e la maturità dell’elettronica di controllo e dell’attuazione rapida hanno segnato il passaggio epocale ai sistemi di sospensioni controllate, introducendo le categorie delle sospensioni semi-attive e, in modo ancora più sofisticato, di quelle attive.

Analizzeremo l’evoluzione di tali sistemi, partendo dalla descrizione delle loro architetture fondamentali e dei principi di controllo che li governano. Il focus principale, tuttavia, sarà dedicato al ruolo trasformativo degli algoritmi predittivi. Questi, sfruttando la capacità di elaborare dati in tempo reale e anticipare le condizioni della strada o le manovre del conducente (ad esempio, tramite telecamere, LiDAR o dati di navigazione), permettono ai sistemi di sospensione di non reagire semplicemente, ma di agire in anticipo (controllo feed-forward), ottimizzando la risposta dinamica con un livello di precisione precedentemente irraggiungibile.

Differenze fra sospensioni attive e semi-attive

La distinzione tra i sistemi di sospensione controllati si basa sulla loro capacità di gestire e introdurre energia nel sistema.

Le sospensioni semi-attive (o a smorzamento controllato) rappresentano il primo livello di controllo. Il loro principio operativo è basato sulla modulazione continua del solo coefficiente di smorzamento (damping). Utilizzando attuatori a risposta rapida, come valvole solenoidi o fluidi reologici, l’elettronica può variare la resistenza al flusso dell’olio all’interno dell’ammortizzatore in una frazione di secondo. Questo consente al sistema di adattarsi istantaneamente alle condizioni della strada e alle manovre del conducente. Tuttavia, è importante sottolineare che il sistema semi-attivo può solo dissipare l’energia cinetica, non potendone immettere di nuova. Non può, per esempio, sollevare attivamente il corpo vettura per contrastare il rollio. Può solo irrigidire lo smorzamento per limitare il rollio indotto dalle forze laterali.

Le sospensioni attive, al contrario, includono attuatori (idraulici, pneumatici o elettromeccanici) capaci di generare forze indipendenti dal movimento relativo tra ruota e telaio. Un sistema attivo è una vera e propria macchina energetica che può introdurre o sottrarre energia al sistema, consentendo il controllo diretto su tutti i movimenti del veicolo. Questa capacità si traduce nella possibilità teorica di annullare completamente il rollio e il beccheggio, mantenendo la piattaforma veicolare virtualmente parallela alla strada, indipendentemente dalle accelerazioni. Sebbene offrano prestazioni dinamiche superiori, i sistemi attivi sono intrinsecamente più complessi, più pesanti e richiedono una significativa alimentazione energetica.

La rivoluzione degli algoritmi predittivi

L’efficacia di qualsiasi sistema di sospensione controllata dipende in gran parte dalla qualità del segnale di controllo che determina la forza o lo smorzamento desiderato. Tradizionalmente, le leggi di controllo si basavano principalmente su un approccio reattivo (feed-back), utilizzando sensori di accelerazione e posizione per misurare gli effetti del disturbo (ad esempio le irregolarità della strada) e reagire in ritardo per mitigarli.

L’integrazione degli algoritmi predittivi rappresenta il salto di qualità fondamentale. Questi non aspettano che il disturbo colpisca la ruota, ma utilizzano informazioni esterne per anticipare la necessità di intervento. Il sistema sfrutta l’analisi di dati provenienti da diverse fonti: telecamere frontali che scansionano la superficie stradale per rilevare dossi e avvallamenti, sensori LiDAR o radar, e persino dati cartografici ad alta precisione.

La funzione del blocco predittivo è quella di calcolare, in base alla velocità del veicolo e alla distanza del disturbo rilevato, l’istante preciso in cui ciascuna ruota impatterà sull’irregolarità. Questo permette all’algoritmo di inviare il segnale di controllo all’attuatore con l’anticipo necessario per pre-caricare la sospensione. Ad esempio, se è imminente l’incontro con un dosso, il sistema può ammorbidire attivamente la sospensione appena prima dell’impatto per assorbire meglio l’urto e poi irrigidirla subito dopo per evitare un rimbalzo eccessivo. Questo approccio migliora drasticamente sia il comfort (riduzione delle accelerazioni verticali) sia la tenuta di strada (migliore contatto del pneumatico con la superficie).

Come sono implementati i sensori

Un sistema predittivo richiede una fitta rete di sensori e un cervello di calcolo potente. L’architettura hardware è suddivisa tra percezione interna ed esterna. Questi ultimi (telecamere, LiDAR) sono fondamentali per “vedere” la strada. Devono essere veloci e precisi. I sensori di percezione interna (accelerometri sul telaio, sensori di posizione sugli ammortizzatori) misurano ciò che sta effettivamente accadendo al veicolo e forniscono il feedback necessario per l’affinamento del controllo.

Il cuore del sistema è il software di controllo, ospitato in centraline elettroniche sofisticate. Questo software si basa su due concetti chiave: il modello del veicolo e il controllo predittivo del modello (MPC). Il primo è una rappresentazione digitale e dinamica del veicolo stesso. È un insieme di equazioni che descrivono come le masse, le molle e gli ammortizzatori interagiscono tra loro. Questo modello permette all’elettronica di simulare cosa succederà al corpo vettura se viene applicata una certa forza su una ruota, prevedendo le conseguenze su tutte le altre ruote.

L’MPC, invece, è l’algoritmo che utilizza il modello e l’informazione predetta della strada per prendere decisioni. Valuta diverse azioni future e sceglie quella che minimizza i “costi” (ad esempio, vibrazioni o perdite di aderenza) su un orizzonte temporale limitato, il tutto rispettando i limiti fisici di ciò che gli attuatori possono effettivamente fare. Questo garantisce che la risposta del sistema sia sempre ottimale e realizzabile.

Gli sviluppi futuri

L’introduzione della predittività ha spostato il baricentro prestazionale dei sistemi di sospensione controllata. I principali vantaggi si manifestano in una drastica riduzione delle vibrazioni percepite dai passeggeri e in una maggiore stabilità del contatto ruota-strada durante le manovre ad alta velocità. L’ottimizzazione in tempo reale di parametri come l’assetto aerodinamico e la distribuzione delle forze verticali sui pneumatici è essenziale per le prestazioni estreme e la sicurezza.

Guardando agli sviluppi futuri, la tendenza è verso una maggiore integrazione. I sistemi di sospensione predittivi saranno sempre più interconnessi con altri sistemi di controllo del telaio, come lo sterzo attivo, i freni e i sistemi di controllo della stabilità. Nei veicoli a guida autonoma di livello 4 e 5, la capacità di predire e neutralizzare i disturbi della strada diventerà una funzione cruciale per massimizzare il comfort dei passeggeri in assenza di un controllo attivo del guidatore. Si stanno esplorando attuatori a risposta ancora più rapida e soluzioni energetiche più efficienti, come i sistemi attivi che recuperano l’energia dalle vibrazioni (sistemi rigenerativi), portando l’ingegneria delle sospensioni verso una frontiera di controllo del movimento quasi perfetto.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close