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Siri non risponderà ai pm, da lui solo una memoria. Oggi l’interrogatorio del consulente di Salvini, Paolo Arata

Mag 7, 2019

Il sottosegretario Armando Siri fa sapere alla procura di Roma che non risponderà alle domande nel corso di un eventuale interrogatorio. Piuttosto, si presenterà – non è ancora chiaro quando – per delle dichiarazioni spontanee e poi depositerà una memoria. Obiettivo principale, provare a prendere le distanze dall’altro protagonista di questo caso, Paolo Arata, il consulente per l’energia del ministro Matteo Salvini che faceva affari con Vito Nicastri, il “re” dell’eolico vicino al superlatitante Matteo Messina Denaro.

Arata verrà interrogato oggi pomeriggio dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi, un’audizione prevista al palazzo di giustizia. E al centro delle domande ci sarà sicuramente l’intercettazione del 28 settembre scorso, quella in cui Arata parlava di una mazzetta da 30 mila euro per Siri, il prezzo di un emendamento – così faceva intendere – che avrebbe aperto nuovi finanziamenti alle società del gruppo Arata-Nicastri.

Ad Arata potrebbero essere contestate pure altre pressioni che emergono dalle intercettazioni della Dia, quelle fatte su alcuni politici per inserire Siri nella compagine di governo, era il mese di giugno dell’anno scorso. E’ un altro passaggio del decreto di perquisizione scattato quindici giorni fa: Arata viene indicato come “sponsor per la nomina” del sottosegretario.

Anche su questo versante, Siri proverà a difendersi, sostenendo di avere avuto dei rapporti corretti e trasparenti con Arata.

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