Apple chiede pubblicamente scusa e prova a voltare pagina, annunciando cambiamenti radicali nelle policy della privacy del suo assistente digitale Siri. Nelle scorse settimane è infatti emerso in sequenza che tutte le maggiori aziende hi-tech “spiavano” in qualche modo i propri utenti, da Amazon a Google, da Microsoft a Facebook, passando appunto per Apple, ma bisogna riconoscere all’azienda di Cupertino di essere stata, fino ad ora, l’unica ad ammettere pubblicamente le proprie colpe e correre ai ripari in maniera più convincente e, soprattutto, tempestiva.
I cambiamenti saranno drastici. Anzitutto, per impostazione predefinita, Apple non conserverà più le registrazioni audio delle interazioni con Siri, ma continuerà a usare le trascrizioni generate dal computer per aiutare l’assistente digitale a migliorare.
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In secondo luogo, agli utenti sarà data una scelta di tipo opt-in per aiutare Siri a migliorare imparando dai campioni audio delle loro richieste, con possibilità di rinunciare in qualsiasi momento. Infine quando i clienti acconsentiranno esplicitamente, solo i dipendenti Apple potranno ascoltare campioni audio delle interazioni di Siri, sarà eliminato quindi qualsiasi ricorso a operatori umani di terze parti. Il team Apple inoltre eliminerà qualsiasi registrazione ritenuta un’attivazione involontaria di Siri.
Stando a quanto affermato da Apple nel proprio comunicato, l’azienda prevede di riprendere la classificazione delle registrazioni Siri in base a queste nuove policy a partire da questo autunno, a seguito di un aggiornamento software che aggiungerà la nuova opzione opt-in ai suoi dispositivi. Nel frattempo sia la registrazioni non rispondenti alle nuove direttive, sia le successive classificazioni sono state annullate.