La svolta a novembre
Il vero segnale che tutti attendono arriva sei mesi fa, pochi giorni prima dell’anniversario del rapimento. una prova in vita, forse un altro filmato. Le informazioni giunte fino ad allora sono contraddittorie, in alcuni momenti accreditano addirittura la possibilit che sia morta. Alcuni informatori locali e gli stessi rapitori che l’avevano catturata nel villaggio di Chakama, a 80 chilometri da Malindi dove lavorava per la Onlus “Africa Milele”, avevano raccontato di averla ceduta alla fazione fondamentalista somala dopo un viaggio nella foresta durato settimane. L’esame del filmato di gennaio conferma la matrice jihadista. Diplomazia e intelligence coordinati dal direttore dell’Aise Luciano Carta capiscono cos che il canale aperto per arrivare al gruppo fondamentalista di Al Shabab buono. Dunque si procede, consapevoli che pi passa il tempo pi sale il prezzo del riscatto. I servizi segreti somali sono collaborativi, le “fonti” che hanno consentito di procedere sono diverse. Alcune sono state attivate dalla Turchia che ha un controllo forte su quell’area.