Assolta “perché il fatto non sussiste”. E’ quanto stabilito oggi a Siena dal giudice Luciano Costantini nei confronti di Rita Bernardini, ex deputata radicale. A Bernardini erano contestati i reati di coltivazione di cannabis e detenzione ai fini di cessione per i quali il pm Fabio Maria Gliozzi aveva chiesto la condanna a 3 mesi di reclusione e 900euro di multa. I reati contestati erano relativi al novembre 2014, quando a Chianciano Terme (Siena), durante il 12/o Congresso dei Radicali Italiani, Bernardini aveva ceduto cannabis autocoltivata ad alcuni malati che ne necessitavano per finalità terapeutiche.
“E’ una sentenza importante perché può costituire un precedente per coloro che sono costretti a coltivare marijuana per potersi curare o per coloro che la cedono a malati che non riescono, attraverso le strutture pubbliche, ad accedere a questo tipo di farmaco”, ha dichiarato
Bernardini al termine del processo. “La formula assolutoria non lascia spazio a molti dubbi” ha aggiunto il legale di Bernardini, Giuseppe Rossodivita che ha spiegato come “il giudice ha accolto la tesi della totale inoffensività della condotta, legata al fatto che la cessione doveva essere destinata a soggetti che sicuramente in ragione delle loro patologie traevano benefici terapeutici dalla sostanza stupefacente ed erano dotati di prescrizione medica”.