Il 2025 è appena iniziato e per il settore automotive italiano e, più in generale, europeo rischia di essere un anno molto difficile. I fattori in gioco sono diversi, con un programma di elettrificazione già iniziato ma ancora molto lontano dal raggiungere gli obiettivi sperati. Le immatricolazioni (i dati sono aggiornati a novembre 2024 e bisognerà attendere la metà di gennaio per i dati completi) sono sostanzialmente stabili ma, come abbiamo visto nei giorni scorsi, le elettriche sono in calo in UE.
All’orizzonte c’è un’ulteriore questione destinata a diventare uno dei temi più caldi per il mondo automotive europeo. Come previsto dalla normativa UE, infatti, i costruttori che sforeranno i limiti sulle emissioni medie di CO2 dovranno pagare multe salate che andranno a impattare sui conti in modo significativo. Per evitare queste multe, è realistico ipotizzare che alcune Case ricorreranno a blocchi produttivi o chiusure degli stabilimenti, con effetti negativi su tutto il settore.
Le stime di ACEA, l’associazione europea dei costruttori, nei mesi scorsi anticipavano un impatto di circa 16 miliardi di euro. L’UE, nel frattempo, ha annunciato la partenza di un nuovo tavolo con tutti i protagonisti del settore automotive e, per la prima volta, ha aperto all’ipotesi di modifiche normative. Il mondo delle quattro ruote in Europa è entrato in una nuova fase ma le incertezze sono ancora tante. I rischi per gli stabilimenti (e per tutta la filiera) sono concreti anche e soprattutto in Italia dove, però, sono arrivate alcune rassicurazioni da Stellantis che, in attesa della nomina di un nuovo CEO, ha già definito un “piano Italia” per il suo futuro.
Cosa succederà nel 2025?
Secondo le parole di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, riportate dall’Ansa, il 2024 “dovrebbe chiudersi per il mercato europeo in linea con l’anno precedente, quindi senza crescita, ma con un calo stimabile intorno al 18% rispetto al 2019“. Per quanto riguarda il 2025, invece, Quagliano evidenzia come il futuro “dipende dalla sensibilità dell’Unione Europea e dalla volontà di rivedere la politica per la transizione energetica: si può diluire su uno spazio di tempo maggiore, richiedere obiettivi meno sfidanti, si può prevedere la neutralità tecnologica che vuol dire aprire ai motori tradizionali alimentali con biocarburanti o con carburanti sintetici“. Una delle opzioni per il futuro dell’auto è rappresentata dalle auto ibride che, per il presidente del Centro Studi Promotor, potrebbero essere “un onorevole compromesso” e “se arrivassero anche incentivi a livello europeo per l’ibrido plug-in sarebbe un’ottima cosa”
Un presente difficile
L’UE deve fare i conti con dati preoccupanti. Nel corso del 2024, con numeri aggiornati a fine novembre, le auto elettriche immatricolate sono state 1,3 milioni di unità mentre le ibride plug-in sono state 683 mila. Nonostante gli incentivi, entrambe le categorie sono in calo. Le elettriche registrano una riduzione del 5,4% delle immatricolazioni mentre le ibride plug-in calano dell’8%. Crescono in modo significativo, invece, le ibride (Mild Hybrid e Full Hybrid) che migliorano le vendite del +19,7%. Questi dati chiariscono le scelte degli automobilisti europei, sempre più interessati all’elettrificazione ma non ancora disposti al passaggio completo verso le elettriche e le ibride plug-in.