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Sei un turista enogastronomico? Da gourmet a esteta, trova il tuo profilo

Giu 30, 2016
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Ma che politica, che cultura, sono solo cotolette! A muovere i turisti di tutto il mondo, o almeno il 49% di loro, è il cibo – ma anche vino e birra – che vince sulle attrazioni culturali o su quelle paesaggistiche quando si tratta di scegliere la meta dei propri viaggi.

Lo rivela il Food Travel Monitor 2016, lo studio internazionale sul turismo enogastronomico, presentato dalla World Food Travel Association in anteprima mondiale, delineando nuove dinamiche di mercato e definendo 13 profili psico-culinari del ‘food travellers’ di oggi.

Per quanto riguarda l’Italia, significativo è il crescere dell’interesse per lo street food, attività ‘sostenuta’ dal turismo enogastronomico attraverso i sempre più numerosi foodtruck festival in giro per la Penisola.

“Il ‘Food’ è oggi un elemento fondamentale dell’esperienza turistica – spiega Roberta Garibaldi, esperta di marketing applicato al turismo enogastronomico, e ambassador per l’Italia che, per conto dalla WFTA, ha raccolto e analizzato i dati relativi al nostro Paese – non solo perché contribuisce significativamente al suo gradimento, ma anche perché è in forte crescita come motivazione primaria di viaggio. Il fenomeno andrà a rafforzarsi nei prossimi anni perché particolarmente interessati all’elemento cibo sono i giovani ‘Millenials’, e i turisti di paesi come Cina e India, i grandi turisti di domani”.

Sempre più visite nelle aziende

Analogamente in crescita sono le visite ad aziende e mercati agricoli, sinonimo di un’attenzione sempre maggiore verso la provenienza e la qualità del cibo.“Il turista ‘food and beverage’ – prosegue Garibaldi – è ad alto valore aggiunto con una propensione alla spesa più alta: sia per la spesa in food&wine durante il viaggio, sia perché tende a partecipare ad altre attività quando viaggia, sia perché acquista volentieri prodotti tipici da riportare a casa dopo il viaggio. Inoltre, condivide maggiormente le proprie esperienze di viaggio sui social media, ed è probabile che a casa propria acquisti i prodotti che ha assaggiato nel corso della sua vacanza”.

Italia al top dei desideri

A livello mondiale è l’Italia la destinazione più desiderata, entrando in quasi tutte le top ten dei paesi intervistati, e superando spesso Paesi fortemente competitor come la Francia e la Spagna. Ad esempio la Cina, bacino immenso di potenziali nuovi food traveller, indica solo il nostro Paese come unica meta enogastronomica al di fuori dell’Oriente. Mentre per gli Stati Uniti, l’Italia è la sola destinazione estera citata dagli intervistati. Si conferma al primo posto anche per i tedeschi, che addirittura segnalano a parte la Toscana (4° posto) e Roma (10° posto) come mete enogastronomiche d’eccellenza.

L’identikit del food-traveller

Ma chi sono i nuovi food travelers, ovvero chi “considera le attività legate al food & beverage motivi di scelta primari e basilari”? La ricerca ha individuato 13 profili psico-culinari del turista enogastronomico internazionale:

1. Autentico: cerca cibi e bevande preparati secondo le ricette e le tradizioni della posto, un’esperienza gastronomica ‘autentica’.

2. Innovativo: sperimenta e cerca cose innovative. Raramente torna negli stessi posti.

3. Eclettico: cerca una grande varietà di esperienze, un po’ di tutto. Sceglie un caffè italiano una sera e un ristorante tailandese in quella successiva.

4. Social: cerca esperienze social legate al food, per incontrare amici e trascorrere del tempo con la propria famiglia, seduti a tavola.

5. Locale: cerca ristoranti e bar rigorosamente del posto, che possono variare dal pub locale al ristorante gourmet.

6. Biologico: cerca ristoranti biologici. L’origine degli ingredienti delle ricette hanno la stessa importanza del menu.

7. Gourmet: cerca ristoranti gourmet.

8. Avventuroso: cerca cibi e bevande unici, con il desiderio di assaggiare di tutto, anche piatti inconsueti e lontani dalle proprie abitudini alimentari.

9. Budget: cerca opzioni low-budget, senza il desiderio di un cibo in particolare, ma attento alla spesa.

10. Abitudinario: cerca ciò che già si conosce, evitando sorprese.

11. Esteta: cerca un’esperienza dove l’ambiente ha la precedenza sul cibo, ad esempio un ristorante romantico o a tema.

12. Vegetariano: cercare ristoranti e cibo vegetariani e /o vegani.

13. Trendy: cerca esperienze legate al cibo, trendy e alla moda. Essere ‘cool’ è di primaria importanza.

“Interessante – commenta Garibaldi – è constatare che questi viaggiatori si possono identificare anche in più di un profilo culinario. Ad esempio, un turista che ama ristoranti gourmet può anche andare alla ricerca di esperienze culinarie di altro tipo, come i ‘social eating’, organizzati in case private, altra tendenza in aumento in Italia. Ciascun individuo può identificarsi in profili diversi a seconda del periodo e può inoltre cambiare nel tempo”.

World Food Travel Association è un’organizzazione non-profit, non governativa e rappresenta una delle principali autorità a livello mondiale sul turismo enogastronomico. L’associazione è in prima linea nello sviluppo del turismo enogastronomico e ha come missione quella di creare opportunità di sviluppo economico per le industrie food, beverage, travel e hospitality.

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