Arrestato Pietro Genovese, il giovane che nei giorni scorsi al volante di un Suv ha investito e ucciso le due sedicenni romane Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann. Per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari al termine di una prima serie di accertamenti della Polizia locale di Roma Capitale e sulla scorta della relazione trasmessa all’autorità giudiziaria.
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Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann
La notizia è stata resa nota nel tardo pomeriggio, nello stesso momento in cui si stava svolgendo al Fleming, nella parrocchia del Preziosissimo Sangue, una preghiera per Camilla e Gaia, presenti i genitori, gli amici e per tutti coloro che le hanno amate. Una cerimonia iniziata intorno alle 18. Ci sono i compagni del liceo De Sanctis, della loro classe 3 CL, e tante persone della zona. A centro della navata, verso l’altare, un leggio con sopra le foto vicine delle due ragazze e sotto una candela bianca. Strazio nella chiesa riempita di dolore. Domattina, venerdì alle 10,30, nella stessa chiesa, saranno poi celebrati i funerali.
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in riproduzione….
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I momenti della commozione vanno di pari pari passo con le indagini. Sono stati dunque presi i provvedimenti attesi nei confronti di Pietro Genovese, il primogenito del regista Paolo, iscritto nel registro degli indagati per duplice omicidio stradale e trovato positivo a sostanze stupefacenti, hashish e cocaina, e molto oltre i limiti consentiti per quanto riguarda il tasso alcoolico. La dinamica dell’incidente, ricostruita dai vigili urbani di Roma Capitale e consegnata in procura, non sembra lasciare margini di dubbio. A Pietro Genovese era stato concesso un nulla osta temporaneo dal pm Roberto Felici per passare il Natale nella casa di famiglia in Umbria. A quanto si apprende, Genovese ora sconterà gli arresti domiciliari nella casa a Roma.
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Gaia e Camilla, sabato notte, hanno attraversato la strada, corso Francia fuori dalle strisce pedonali e a semaforo verde per gli automobilisti. Il suv Renault Koleos di Pietro Genovese arrivava a 80 km orari. “Non mi sono proprio accorto di loro, non le ho viste”, aveva dichiarato al pm. Le due sedicenni vengono travolte e l’impatto le sbalza una a 20 metri e l’altra a 25 dal punto in cui si trovavano per attraversare. Muoiono sul colpo. Pietro Genovese trecento metri dopo si ferma. Il cofano è accartocciato e il motore andato in blocco. Chiama il padre che lo raggiunge immediatamente sul posto e via via comincia a mettere a fuoco quanto accaduto.
“Voglio giustizia, non vendetta” aveva detto la mamma di Camilla al suo legale, l’avvocato Cesare Piraino. “Sono distrutti – ha dichiarato il penalista – . Una famiglia unita, colpita in modo tragico da questa vicenda”. Così come la famiglia di Gaia e quella di Pietro, il cui padre ieri si è detto affranto per la morte delle ragazze, prima ancora che preoccupato per le sorti giudiziarie del figlio.
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Il suv guidato da Pietro Genovese
Le indagini comunque procedono e si attendono altre risposte anche dall’analisi del cellulare di Genovese per verificare se al momento dello schianto lo stesse utilizzando per parlare o chattare con qualcuno. Al vaglio degli investigatori anche le dichiarazioni dei testimoni e le immagini delle telecamere della zona. Al momento l’unica certezza arriverebbe dalle testimonianze di chi ha assistito all’incidente che confermerebbero che Gaia e Camilla abbiano attraversato la strada, una delle arterie più pericolose di Roma, a semaforo rosso per i pedoni.