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Sea Watch, Di Maio: su politica migratoria non arretriamo, Italia darà lezione a Ue

Gen 5, 2019

Non arretriamo sulla politica migratoria, che ha permesso di ridurre in modo considerevole gli sbarchi, ma quando si tratta di donne e bambini siamo pronti a dare una lezione a tutta l’Europa e ad accoglierli. Cos il vicepremier Di Maio, a Novi Ligure per incontrare i lavoratori dell’azienda dolciaria Pernigotti, torna a offrire accoglienza a una parte dei 49 migranti a bordo delle navi Sea Watch e Sea Eye in balia del Mediterraneo da due settimane. Ci sono donne e bambini da 14 giorni a un miglio dalla costa maltese – ha detto Di Maio – la Ue mette la testa sotto la sabbia, Malta non fa il suo dovere: una cosa ignobile. Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini ribadisce la sua linea dura: Crollano gli sbarchi, crollano i permessi umanitari – scrive su Twitter – volere potere, io non mollo di un millimetro, avanti tutta! #stopinvasione.

Asse Di Maio-Conte

L’apertura del vicepremier M5S, arrivata ieri dopo una telefonata con il premier Giuseppe Conte, aveva gi suscitato il gelo del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: Basta ricatti, io non cambio idea, si era limitato a dire il leader leghista, suscitando voci di una frattura nella maggioranza. Ma sono arrivate poi le rassicurazioni dal Carroccio: Non esiste nessun caso, Salvini assolutamente sereno e ha parlato con Di Maio fanno sapere fonti vicine al ministro dell’Interno.

Sea Watch: offerta italiana non credibile

In ogni caso, il portavoce della Ong Sea Watch, Giorgia Linardi, giudica non credibile l’offerta italiana di soccorso per donne e minori: La dichiarazione del vice premier Luigi Di Maio – dice Linardi in un’intervista al Fatto Quotidiano – stata prontamente smentita da Matteo Salvini: l’Italia resta in una posizione che, rispetto alle intenzioni, non chiara. un’opzione che non possiamo prendere sul serio.

Non si allenta tensione con i sindaci

Anche sulla questione Sea Watch Salvini si dice sereno, resta per la tensione con i sindaci contrari alle norme del decreto sicurezza che vietano l’iscrizione all’anagrafe degli stranieri richiedenti asilo. E mentre la fronda dei primi cittadini contrari al giro di vite voluto dal Viminale si allarga – e c’ chi punta a portare la questione alla Consulta – l’Anci propone un tavolo ministeriale per concordare dei correttivi alla norma. Se ci saranno ricorsi alla Corte Costituzionale, il governo non li pu impedire – ha ribadito Di Maio – per questa cosiddetta disobbedienza dei sindaci soltanto un’occasione di campagna elettorale. La stanno facendo alcuni sindaci sedicenti di sinistra: per sentirsi un po’ di sinistra devono opporsi al decreto sicurezza, lo stanno usando strumentalmente.

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