docenti precari
Una prova scritta vera e propria, non un test a crocette. Si terrà dopo l’estate il concorso per l’assuzione di 32mila docenti precari
Una prova scritta vera e propria, non un test a crocette. Si terrà dopo l’estate il concorso per l’assuzione di 32mila docenti precari
25 maggio 2020
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Trovato nella notte l’accordo di maggioranza sul decreto scuola.
Dopo il vertice di Palazzo Chigi convocato dal premier Giuseppe Conte, emerge che il concorso straordinario per i docenti precari ci sarà, ma dopo l’estate, e non sarà più a crocette ma con una prova scritta.
Accolta la proposta del premier: fonti di governo segnalano che «resta la prova selettiva in entrata per l’assunzione di 32mila insegnanti. Si terrà dopo l’estate e sarà in forma scritta, con consegna di un elaborato, senza quiz a risposta chiusa». La soluzione, si spiega, «permette di combattere il precariato garantendo la meritocrazia».
Soddisfazione del presidente del Consiglio e della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che ha commentato: «Vogliamo ridurre il precariato, per dare più stabilità alla scuola, e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito. Abbiamo 78 mila insegnanti da assumere nel primo e secondo ciclo fra concorsi ordinari e concorso straordinario. Sono numeri importanti e dobbiamo fare presto».
Sulla scuola, e in particolare sul concorso straordinario per i nuovi insegnanti, si è consumato nella maggioranza di governo un vero e proprio braccio di ferro. Per il Partito Democratico, Leu e Italia Viva, era necessario valorizzare il contributo dei precari inserendo dal primo settembre 40.000 insegnanti, dopo un vero concorso che garantisse merito e selezione. Il Movimento Cinque Stelle proponeva invece una prova snella, a crocette. Il problema concreto resta quello organizzativo e della tempistica. Il rischio è che l’anno scolastico ricominci a settembre, già tra mille difficoltà dovute alla pandemia da coronavirus, con una grande quantità di cattedre vuote. E che nelle aule ci sia, in corso d’anno, un forte turn over che pregiudichi la continuità didattica.