DAVOS – Anthony Scaramucci è stato tra i primi ad uscire allo scoperto a favore di Donald Trump: “Nell’ultimo anno abbiamo lavorato insieme molto intensamente”, dice a Repubblica a margine del World economic forum di Davos. “Trump è un uomo di pace”, aggiunge, “altrimenti non ci lavorerei insieme”. Il consigliere del nuovo presidente ed ex golden boy della finanza statunitense conosce il miliardario che fra tre giorni giurerà come presidente “da 21 anni”. Ed è convinto che “nei prossimi sei mesi le relazioni tra Usa ed Europa saranno più forti che mai”. Al Forum del gotha della finanza e dell’economia globale, Scaramucci è un habitué, da ex Goldman Sachs ed ex gestore di un hedge fund importante. Ma quest’anno, dopo essere stato scelto da Trump per il governo ponte, è una delle star annunciate. In questa chiacchierata a margine della kermesse, ci spiega perché è importante “evitare che la classe lavoratrice diventi la nuova classe dei poveri”. Il nuovo presidente americano, peraltro, è già ora al centro delle tavole rotonde e sarà prevedibilmente il vero convitato di pietra dei potenti in clausura sulla montagna incantata di Thomas Mann.
Scaramucci, Trump ha attaccato Merkel sulle politiche dei profughi e continua ad attaccare la Nato. Sembra considerare apertamente l’Europa come un anello debole da spezzare, nel nuovo ordine mondiale.
“Non so – ognuno interpreta quelle parole come vuole, io ho lavorato con lui molto nell’ultimo anno e lo conosco da 21 anni. Vuole un rapporto molto stretto con Merkel e Putin, con entrambi, ma voi tendete a interpretare male un messaggio di un personaggio molto diretto, molto autentico. Per lui l’Europa non è debole e le assicuro che vuole buoni rapporti con un alleato storico come l’Europa. Ma dice una cosa che dovete ascoltare. Dobbiamo essere pronti al 21esimo e 22esimo secolo e non continuare a stare nel ventesimo. E’ molto ragionevole”.
Che futuro avranno i rapporti commerciali transatlantici e in particolare il Ttip?
“Nei prossimi sei mesi le relazioni tra Usa e Europa saranno più forti che mai”.
…non lo saranno piuttosto con il Regno Unito?
“Guardate alla storia. Ogni volta che c’è una rottura, succede lo stesso. Quando Reagan arrivò al potere, l’Europa fu molto preoccupata. E invece fu l’uomo della pace, del disarmo nucleare”.
Che futuro ha la globalizzazione?
“Il futuro della globalizzazione non va bene se pochi governano il mondo e la classe media americana e britannica e francese soffre. E’ l’impegno a crescere ma anche a evitare che la classe dei lavoratori diventi la nuova classe dei poveri. Abbiamo otto milioni di persone precipitate nella povertà negli ultimi otto anni. Trump è un uomo di pace, tra otto anni direte ‘wow è stato un uomo di pace’. Io non lavorerei con lui se non fosse un uomo di pace. Quanto ai presunti populismi: quando le società si occupano di se stesse non vi dovete preoccupare”.
E’ giusto paragonare Trump a Silvio Berlusconi?
“A me non pare un paragone azzeccato”.