• 27 Aprile 2024 13:00

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Scandalo auto ibride plug-in: consumano tre volte il dichiarato

Mar 27, 2024

Le auto ibride plug-in promettono, sulla carta, dei consumi veramente straordinari. Eppure, questi particolari veicoli sono stati messi nel mirino della Commissione Europea (Directorate-General for Climate Action) già nel 2021, mentre adesso sono entrati direttamente nel vortice della tempesta. Come si suol dire, il vaso è stato scoperchiato. Dopo tre anni di studi e approfondimenti sulla qualità dei dati forniti per emissioni di CO2 e consumi del parco circolante in Europa, è stato dimostrato che quanto dichiarato dalle Case costruttrici sui veicoli ibridi plug-in è quanto mai falso. Le discordanze sono tre volte superiori alle tabelle fornite dai costruttori: un vero scandalo.

I dati che non tornano

Il report portato avanti con cura e dovizia di particolari da parte della Commissione Europea sottolinea quanto già stava venendo a galla da un calcolo eseguito su flotte più piccole di veicoli. Il valore di auto benzina e diesel, pur essendo superiori del 20%, sono sostanzialmente fedeli e in linea con le dichiarazioni dei costruttori, mentre il dato delle ibride plug-in è sconcertante e al di sopra delle tolleranze, realizzando valori di gas serra allo scarico di tre volte e mezza superiori a quanto dichiarato nella pubblicità e nelle schede di omologazione.

Questo si traduce in  consumi superiori al dichiarato di 4 litri/100 km oppure 100 grammi di CO2 ogni km. In questo modo, le vetture che oggi sono – in teoria – all’interno della fascia degli incentivi che va da 21 a 60 g/km di CO2, nel mondo vero ne emettono da 120 a 160 e oltre. Un dato terribile.

L’anomalia delle auto ibride plug-in

Le auto ibride plug-in possiedono una batteria di dimensione sufficiente a percorre 50-100 km al massimo e un motore termico normale, per quando termina la corrente. I consumi che i costruttori sono tenuti a dichiarare, tuttavia, per legge possono tenere conto dei chilometri iniziali percorsi a emissioni zero dunque il consumo di carburante pubblicizzato è di fatto la metà di quello vero, o peggio, su un ciclo di 100 chilometri.

La base sulla quale sono stati rilevati i dati è ancora non del tutto completa se si pensa al parco circolante in Europa e, a detta della stessa Commissione, è necessaria una collaborazione più attiva da parte delle Case che, in modo comprensibile, non amano pubblicizzare questi dati così controversi. La Commissione ha dichiarato che dal 2025 la quota del contributo elettrico sul consumo calcolato nel ciclo verrà ridotta.

La discordanza tra dato dichiarato e reale

Il motivo dietro al quale vi è una profonda discordanza tra il dato reale e quello sulla carta, è risolvibile dall’uso che l’automobilista fa del veicolo ibrido plug-in. Soltanto una piccola porzione di chi possiede questa tipologia di auto, comprata con l’incentivo statale, la usa ricaricando il più spesso possibile la batteria. Le motivazioni sono comuni: disponibilità di punti di rifornimento inesistente o bassa, tempo perso e fastidi di ogni genere.

In particolare vengono usate così molte auto aziendali, dove il costo del carburante è in capo all’azienda. Un altro fattore che fa salire i consumi rispetto a quanto dichiarato è la scarsa efficienza di un simile schema nei lunghi viaggi: una volta scaricata la batteria, una plug-in è come una full hybrid, ma molto più pesante a causa della grande batteria e del motore elettrico più potente.

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