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Sardegna, Solinas nuovo presidente | Salvini: “Bene, ma con centrodestra non tornerò mai”| Berlusconi: “Lega non è autosufficiente” – TGCOM

Feb 26, 2019

Elezioni regionali, il voto in Sardegna

Elezioni regionali, il voto in Sardegna
Ansa-Centimetri

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Salvini: “Con il vecchio centrodestra non tornerò mai” . Il leader della Lega è ovviamente contento per il risultato del voto in Sardegna, ma precisa su la Repubblica: “Io col vecchio centrodestra non tornerò mai, questo deve essere chiaro. Governiamo insieme nelle regioni, nei comuni. Ma finisce lì”. Poi tranquillizza gli alleati: ” E’ un voto locale, sulle scelte nazionali non cambia nulla. Non mi sento più forte io e non deve sentirsi più debole Di Maio”, ha detto il ministro dell’Interno a “Quarta Repubblica” su Rete 4. “Il M5s sperava in un risultato maggiore, gli unici perdenti che stanno festeggiando, però, sono quelli del Pd”, ha aggiunto.

Il centrodestra, dunque, pare godere di ottima salute e punta già alle regionali di fine mese in Basilicata, per fare “cappotto”. Tuttavia, già in queste ore, tornano le scintille nei rapporti tra Forza Italia e Lega, con gli azzurri convinti che “il peggio sia passato”, che l’Opa ostile lanciata dal segretario federale contro l’elettorato azzurro, vincente il 4 marzo, sia ormai stata ormai arginata.

Berlusconi: “Forza Italia è essenziale nel centrodestra” – Concetto ribadito dal leader Silvio Berlusconi nei suoi colloqui post-voto: “La Lega al 12% e Forza Italia all’8% dimostrano che Salvini è stato ridimensionato e non è autosufficiente”. Dentro Forza Italia fanno notare che se in Sardegna il rapporto con la Lega fosse stato di 20 a 5, il Carroccio avrebbe avanzato pretese per la candidatura alla presidenza della Regione Piemonte. “Il centrodestra si conferma anche in Sardegna la maggioranza naturale degli italiani che in tutte le tornate elettorali regionali dopo il 5 marzo 2018 hanno premiato l’unità della coalizione. Sono soddisfatto, comincia una stagione nuova”, ha sottolineato Berlusconi.

Il M5s deve invece fare i conti con un tonfo attorno alla quota psicologia del 10%. Un autentico crollo per il Movimento, che meno di un anno fa veleggiava oltre il 40%. Anche alla luce di queste considerazioni, sempre di più la palla passa al segretario federale leghista, preoccupato dal rischio che la permanenza di un governo sempre meno amato, i troppi compromessi accettati sull’altare del “contratto”, alla fine possano frenarlo nelle urne e indebolire il vigore della sua leadership. E chissà che lo sfondamento parzialmente mancato in Sardegna sia un campanello d’allarme riguardo alla sua strategia di partner leale ai Cinque Stelle.

Grillo: “Forse non siamo all’altezza” – Il risultato è stato commentato anche dal fondatore del M5s: “Perché non c’è la mafia in Sardegna? Perché tre sardi hanno tre opinioni diverse sulla mafia. Sono gli effetti che vediamo di una politica da vent’anni sbagliata. Perché prima si pensa alla pecora e poi ai pastori. È un’autonomia che non ha più senso. La democrazia e la politica si stanno decentrando, ma non sanno cosa succede nella periferia. Forse non siamo all’altezza, forse siamo principianti come dicono. Il Movimento è nato per dare uno strumento ai cittadini anche con Rousseau”.

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