PECHINO – Samsung Electronics, nonostante lo scivolone del Galaxy Note 7, chiude il quarto trimestre 2016 con profitti più che doppi grazie a semiconduttori e smartphone: 7.100 miliardi di won (6,1 miliardi di dollari) contro i 3.200 miliardi dello stesso periodo 2015. Stabili le vendite, a 53.300 miliardi di won (45,6 miliardi), mentre l’utile operativo sale del 50%, a 9.200 miliardi di won (7,9 miliardi).
Il trimestre in corso vedrà utili in calo per la debolezza della domanda di tv e dei maggiori costi di marketing per gli smartphone. Il leader mondiale di smartphone, tv e microchip, segna conti migliori delle stime degli analisti e sembra superare sia l’impatto del Galaxy Note 7 (pari a circa 5,3 miliardi di dollari nello scorso trimestre) sia i guai giudiziari che coinvolgono il vice presidente, leader de facto del gruppo ed erede della famiglia fondatrice, Lee Jae-yong. Pochi giorni fa, il manager, 48 anni, ha evitato l’arresto richiesto dalla procura speciale che indaga sullo scandalo per corruzione che interessa la presidente della Repubblica Park Geun-hye e la sua confidente Choi Soon-sil.
Per la prima volta da luglio-settembre 2013, i profitti operativi hanno superato i 9.000 miliardi di won: “il dato del quarto trimestre – spiega Samsung in una nota – è sostenuto dai business dei componenti, soprattutto microchip e display”, oltre che per il fattore cambi, con il rafforzamento del dollaro rispetto alla valuta sudcoreana. Il settore dei semiconduttori, in particolare, segna profitti operativi per 4.950 miliardi di won su vendite per 14.860 miliardi. Per l’intero 2016, Samsung registra profitti operativi per 29.200 miliardi di won (+10,7%) su vendite per 201.870 miliardi (erano di 200.650 nel 2015). La compagnia ha deciso anche un maxi buy-back delle proprie azioni per 9.300 miliardi di won per il 2017 e il pagamento di un dividendo 2016 pari a 27.500 won per azione, pari a un monte complessivo di circa 3.800 miliardi.