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Saman, non si scava piu’ ma  il giallo resta aperto. Indagano Carabinieri e Interpol

Ago 19, 2021

AGI – Non si scava piu’, ma le indagini continuano, in ambito europeo e internazionale.

Sono state sospese lo scorso 12 luglio, dopo 67 giorni col fiato sospeso, le ricerche a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nell’area rurale dove si presume possa essere stato sepolto il corpo di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa nel nulla il 1 maggio scorso: gli inquirenti ipotizzano che la ragazza possa essere stata uccisa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato e che il corpo sia stato sotterrato nelle campagne vicino all’azienda agricola dove lavorano i parenti.

Si e’ scavato in vari punti del terreno, cercato in serre, pozzi e porcilaie, anche con l’aiuto dei cani piu’ addestrati messi a disposizione dalla polizia tedesca del land della Baviera: in oltre due mesi sono state usate tutte le ultime tecnologie, compresi due archeologi volontari.

Ora proseguono le indagini dei militari dell’Arma: si attendono risposte delle autorita’ del Pakistan dopo la richiesta di estradizione inoltrata per poter consegnare alla giustizia italiana i familiari latitanti.

Il ministero della Giustizia ha disposto l’inserimento dei nomi del padre e della madre di Saman nella banca dati Interpol, cosa che equivale a una richiesta di arresto, ovunque siano. Una volta che i due saranno localizzati o arrestati dalle autorita’ di polizia locali, il ministero inoltrera’ la domanda di estradizione. 

 L’inchiesta per omicidio vede indagati i genitori della 18enne, lo zio e due cugini di cui uno arrestato e in carcere a Reggio Emilia. Testimone coraggioso contro la famiglia, il fratello 16enne di Saman, che ha confermato la sua testimonianza anche nel corso dell’incidente probatorio del 18 giugno scorso.

Il minore ha confermato davanti al gip quanto aveva gia’ riferito agli inquirenti in precedenza: ovvero che a uccidere la sorella sarebbe stato lo zio Danish Hasnain, tuttora latitante e si pensa in fuga in Europa. Il fratello della ragazza scomparsa e’ stato affidato a una struttura protetta per il pericolo di ritorsioni.

Recentemente, la Regione Emilia Romagna, tramite la Fondazione Vittime dei Reati, ha deciso di sostenerlo economicamente visto il difficile futuro che dovra’ affrontare senza l’appoggio dei familiari. “Un ragazzo – ha sottolineato la Regione – che ha reso una testimonianza fondamentale per le indagini, ribellandosi all’omerta’ familiare”. L’audizione, resa davanti al gip, e’ stata finalizzata a cristallizzare le dichiarazioni del minore considerato un testimone ‘chiave’ e affidabile dalla Procura. 

 

 Estradato il 9 giugno scorso dalla Francia dove e’ stato arrestato, il cugino invece di Saman Abbaas, Ikram Ijaz, gia’ interrogato due volte dagli inquirenti: nell’interrogatorio di garanzia, davanti al gip Luca Ramponi, presente anche un interprete di lingua ‘punjabi’- si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere.

Ha rilasciato solo dichiarazioni spontanee negando il suo coinvolgimento nella scomparsa della ragazza e dicendosi pronto a chiarire i fatti, e a fornire indicazioni sui suoi propri spostamenti. Cosa che avrebbe fatto nell’interrogatorio fiume del 3 luglio scorso, iniziati alle 15 e terminato dopo la mezzanotte, da lui stesso richiesto

. Ijaz, secondo quanto riferito dai legali Bucchi e Scarcella, avrebbe risposto a tutte le domande e chiarito la sua posizione, quindi non rivelando presumibilmente alcunche’ di utile alle indagini. Si suppone che abbia dunque motivato in qualche modo la sua fuga. Ijaz e’ stato sentito in carcere dal sostituto procuratore Laura Galli accompagnata dagli investigatori dell’Arma dei carabinieri; nei giorni precedenti l’interrogatorio era emerso un filmato che mostrava il giovane assieme ad altri parenti mentre si dirigeva con una pala verso i campi dove – sospettano gli inquirenti – potrebbe essere nascosto il cadavere di Saman. 

 

 A non voler credere alla morte di Saman, resta solo il fidanzato:

“Ho ancora la speranza che Saman sia viva“, ha detto prima di essere sentito come teste in tribunale il 23 luglio scorso. La famiglia del fidanzato di Saman avrebbe ricevuto minacce dalla famiglia della 18enne perche’ contraria alla relazione tra i due, ma questo non impedisce al giovane di continuare a sperare. “Secondo me e’ sequestrata da qualche parte. Bisogna continuare a cercarla”, ha detto poi uscendo dal tribunale dove e’ stato ascoltato per circa tre ore nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip.

Non ho paura. Ora non mi interessa neanche della mia vita perche’ e’ importante solo Saman”, ha detto il ragazzo ai giornalisti. “La sua speranza – ha precisato l’avvocato Claudio Falleti che assiste il ragazzo – e’ che non avendola trovata Saman possa essere da qualche altra parte. Nessuno puo’ distruggere questa sua speranza”. 

 

 

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