Un brindisi, un derby, una serata tra amici: momenti di convivialità che spesso si intrecciano con la necessità di mettersi al volante. Ma quanto alcol è davvero sicuro prima di guidare? In una diretta social, Matteo Salvini, maggiore artefice della riforma del Codice della Strada, interviene di nuovo sull’argomento.
La quantità raccomandata
“Sono assolutamente felice e orgoglioso (del nuovo Codice della strada, ndr) e per la trentaduesima volta ricordo che non abbiamo alzato i limiti sul consumo dell’alcol. Si può bere stasera ad esempio dopo il derby a Roma e domani a Milano esattamente quello che si poteva bere l’anno scorso con buon senso. Si può bere una birra o un buon bicchiere di vino ma se si arriva alla quarta birra o al fiasco di vino, non guidare”. Così ha dichiarato il segretario della Lega e vicepremier.
Se da un lato le sue affermazioni intendono promuovere un comportamento responsabile, dall’altro hanno attirato il parere negativo delle Associazioni dei Familiari Vittime sulla strada e per la mobilità urbana. Che accusano il leader della Lega di sottovalutare la gravità del problema.
“Le dichiarazioni del Ministro Salvini sono fuorvianti e rischiano di generare confusione nei cittadini – recita un comunicato congiunto di numerose associazioni, tra cui Movimento Diritti dei Pedoni APS, FIAB Onlus e Fondazione Michele Scarponi ETS -. Pur essendo vero che non vi sono stati cambiamenti nei limiti legali sul consumo di alcol, è fondamentale ricordare che anche una piccola quantità può compromettere la capacità di guida”.
Scetticismo sui dati
Le associazioni evidenziano l’importanza di dati accurati e completi per valutare la reale efficacia delle norme: “Pur essendo presto per qualunque valutazione, sui dati di mortalità stradale non si gioca ed è grave usare evidenze parziali per comodità politica”.
Nel mirino è finita soprattutto l’affermazione di Salvini secondo cui, nelle prime due settimane di applicazione della riforma, il numero di vittime della strada sarebbe diminuito del 25%. “La replica del Ministro è peggiore del buco, poiché dimostra di usare dati incompleti spacciandoli per generali, facendo quindi disinformazione, o, anche peggio, di non conoscere come vengono raccolti i dati sull’incidentalità stradale”, denunciano le associazioni.
Nonostante gli attacchi subiti, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rivendica in una nota la validità dei numeri diffusi: “Alla luce dei dati ufficiali ribaditi oggi dalla Polizia Stradale, che fornisce una statistica basata sugli stessi criteri del passato, è sconcertante la diffusione di dati da parte di soggetti non istituzionali e quindi sprovvisti di cifre ufficiali e verificate”.
Le rilevazioni dell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale mette, però, in luce un’altra realtà. Stando alle rilevazioni, nei 15 giorni successivi all’entrata in vigore delle modifiche al Codice della Strada, almeno 111 persone hanno perso la vita, contro le 50 dichiarate dal ministro. “Dal 14 dicembre 2024 al 1° gennaio 2025, le morti su strada rilevabili da fonti pubbliche sono state 134, poco più delle 131 nello stesso periodo del 2023 – spiegano -. Non vi è alcuna riduzione significativa, ma una stabilità preoccupante”.
Alla luce delle discrepanze, Italia Viva ha annunciato un’interrogazione parlamentare. “Presenteremo una interrogazione al ministro Salvini in merito ai dati degli incidenti stradali in seguito all’introduzione del Codice della Strada. I numeri forniti, come denunciano Asaps e l’associazione Lorenzo Guarnieri, sono falsi o comunque parziali”, afferma una nota del partito. Il dibattito sulla sicurezza stradale rimane acceso.