Il palco è quello di Foligno, nell’ormai eterna campagna elettorale del segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini. La frase, che chiama l’applauso della piazza, è su uno dei tormentoni del ‘Capitano’: “Se mio figlio ha fame e mi chiede di dargli da mangiare e Bruxelles mi dice ‘No Matteo, le regole europee ti impongono di non dare da mangiare a tuo figlio’, secondo voi io rispetto le regole di Bruxelles o gli do da mangiare? Secondo me viene prima mio figlio, i miei figli sono 60 milioni di italiani”. Ma quel numero, 60 milioni, chiama subito, anche, la reazione di chi proprio non si sente ‘figlio’ di Salvini. Il sindaco di Milano Beppe Sala, prima di tutti, che spesso duella verbalmente con il segretario leghista: “Salvini? Non lo voglio nemmeno come zio”, risponde a chi gli chiede se si sente figlio del vicepremier.
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Ma non è l’unico, Sala. Perché su Twitter, in poche ore, l’hashtag #60milionimenouno diventa trending topic. E i tweet di chi rispedisce al mittente la gentile offerta di paternità di Salvini si moltiplicano, tra citazioni di Verdone, cartelli ironici, meme.
Scrive Vincenzo Milani: “Il capitone dice di avere 60 milioni di figli…ergo, dovrebbe essere mio padre. Per mia fortuna io un padre di cui andare fiero l’ho avuto (e mi manca da morire)”.
E ancora, Francesca: “Non sono tua figlia. Non sono tua familiare. Non sono tua parente. Non sono tua amica. Non sono tua conoscente. Non sono una che ti ha votato né ti voterà mai. Tu non mi rappresenti”.
C’è chi ironizza sui soldi che la Lega deve allo Stato: “Fratelli, siamo 60 milioni, con meno di un euro a testa aiutiamo papino a saldare il debito di 49 mln.. che ne dite la facciamo una colletta?”, scrive Stefano Sella.
Usa l’hashtag #60milionimenouno anche Stefano Parisi, leader di ‘Energie per l’Italia’, che pure era il candidato sindaco di Milano, sostenuto dalla Lega, contro Sala: “Un padre di famiglia già pieno di debiti che continua a indebitarsi non si può lamentare se poi nessuno vuol fargli credito. Non è un buon padre di famiglia. E’ un irresponsabile”.