Un vasto incendio è divampato nella notte in un capannone adibito a deposito rifiuti nell’impianto Ama di via Salaria a Roma. Le fiamme – secondo le prime informazioni – sarebbero scoppiate nell’area di ricezione della spazzatura, dove scaricano i camion. Non sono note al momento le cause del rogo, contro il quale combattono 12 squadre dei vigili del fuoco, per un totale di circa 40 uomini.
“In seguito all’incendio nell’impianto Tmb Salario, per ragioni precauzionali, le raccomandazioni sono di chiudere le finestre laddove si percepisce odore, ma soprattutto evitare attività all’aria aperta ed evitare di consumare prodotti colti nell’area circostante all’incendio”, avverte il Campidoglio in una nota. Dall’area interessata dall’incendio, infatti, si è alzata una colonna di fumo denso, visibile anche da altre zone della Capitale, mentre l’odore acre ha invaso la zona e quelle vicine, da Fidene al Tufello.
“L’impianto Tmb è completamente compromesso. Che il fumo sia tossico è evidente perché brucia spazzatura, olio e plastica, ma i vigili del fuoco ci hanno tranquillizzato sul fatto che si sta dirigendo verso zone non abitate. Quindi al momento non siamo allarmati per questo. Per precauzione però l’asilo vicino al Tmb è stato chiuso”, ha spiegato presidente del Municipio III Giovanni Caudo.
La procura di Roma ha avviato un’indagine. In base a quanto si apprende il pm Carlo Villani, già titolare di un fascicolo sulla struttura nel quale si ipotizzava il reato di inquinamento ambientale e attività di rifiuti non autorizzata, si è recato per un sopralluogo sul luogo dell’incendio. Al momento, spiega chi indaga, è ancora prematuro stabilire la natura dolosa o colposa del rogo. A piazzale Clodio si attendono anche le informative delle forze dell’ordine intervenute.
23
Sul posto ci sono anche i tecnici di Arpa Lazio per monitorare la qualità dell’aria e in Campidoglio è stata convocata una cabina di regia con la Protezione Civile e il Dipartimento comunale tutela ambientale per fare il punto della situazione è prendere i dovuti provvedimenti. La Regione ha fatto sapere “le prime misurazioni effettuate da Arpa Lazio nelle tre centraline vicine al Tmb Salario non registrano valori fuori norma per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria. Le tre centraline della rete fissa di monitoraggio più vicine all’impianto sono: Bufalotta, Villa Ada, Francia. I dati orari dei parametri di biossido di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo e benzene risultano in linea con quelli misurati nelle giornate precedenti e al di sotto dei limiti di legge”.
Il vento, poi, ha fatto propagare le fiamme verso l’area del trattamento. Al momento non risultano né feriti né intossicati. Si stimano danni importanti, non solo nella parte della ricezione ma anche in quella del trattamento dei rifiuti. Sul posto stanno arrivando i camion per trasportare in un altro luogo le balle di cdr dall’impianto e sgomberare quella parte del sito. Per la Capitale, ora, potrebbe aprirsi un capitolo legato allo smaltimento dell’indifferenziata. Non a caso, la sindaca Virginia Raggi ha lanciato un appello “a tutte le città del Lazio e alle altre Regioni per collaborare in questo momento, soprattutto alla vigilia di Natale, per supportare Ama nel risolvere temporaneamente e nel minor tempo possibile questa situazione”. Un invito chiaro agli altri territori ad aiutare la municipalizzata romana attraverso la ricezione dei rifiuti che venivano trattati nel Tmb Salario.
“L’impianto andava chiuso prima, ora ovviamente non potrà arrivarci più nulla e bisognerà affrontare seriamente e tutti insieme la questione rifiuti di Roma, affinché l’immondizia che non riesce più ad arrivare qui non finisca per strada”, aggiunge Caudo. Si tratta, spiega, di “quasi il 25% dell’indifferenziata di Roma” ed è “impossibile rimettere in funzione il Tmb perché tutti i macchinari sono compromessi e per spegnere completamente, come ci hanno spiegato i vigili del fuoco, ci vorranno un paio di giorni”.
I residenti, che da mesi protestano contro esalazioni e cattivo odore, sono disperati. “Siamo rinchiusi in casa con le finestre chiuse – racconta Simonetta Anaclerio, presidente del Comitato di quartiere Nuovo Salario – non possiamo andare al lavoro e ci dobbiamo muovere con le mascherine”, continua. “I bambini vanno a scuola a 100 metri da lì. Non sappiamo come muoverci, ci sono elicotteri che ci sorvolano sulla testa costantemente. Siamo in uno stato di agitazione e non ci hanno dato indicazioni. La sindaca Virginia Raggi non ci dice nulla”. “Avevamo denunciato – aggiunge – che era anche arrivata la voce che qualcuno voleva dar fuoco, ma ovviamente non possiamo sapere se l’incendio è doloso o no. Potrebbe anche trattarsi di autocombustione”. “Qui – prosegue – è come la Terra dei fuochi a Napoli perché siccome nel Tmb non c’entrava più niente, l’hanno lasciata fuori l’immondizia e sotto ci sono le falde acquifere del Tevere”.
“Questo incendio – dichiara Paolo Cento di Liberi e Uguali – è la conferma che non bisogna più perdere tempo nel decidere l’immediata chiusura dell’impianto Tmb di via Salaria. Ognuno ora si prenda le proprie responsabilità. Da Ama , Comune di Roma e Regione Lazio ci aspettiamo atti chiari e non il solito scaricabile a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”. In realtà la Regione Lazio, almeno finora, sembrava più che intenzionata a prorogare i permessi sia per l’impianto di via Salaria sia per quello di Rocca Cencia.