Una mail con oggetto “Alunni di etnia rom senza Isee” e con l’intento di capire come procedere con la questione della refezione scolastica di due scuole primarie ha alzato un polverone. Il caso è scoppiato dal XII municipio, Monteverde, dal cui ufficio Quote contributive martedì 27 novembre è partita una mail, diretta ai servizi sociali e al Segretariato sociale e al dipartimento Servizi educativi e scolastici: “Abbiamo ritenuto di procedere ai dovuti controlli rivolgendosi, preliminarmente, alle strutture capitoline interne ed esterne”, spiega la presidente del parlamentino, Silvia Crescimanno. Peccato che la mail, con l’elenco di una ventina di bimbi, tutti residenti nel campo rom de La Monachina, ha indispettito il Segretariato sociale, a cui si rivolgono i cittadini che hanno bisogno di mettersi in contatto coi servizi sociali. Insomma: da lì la segnalazione torna al mittente – nel vero senso della parola – con una mail che viene inviata ai dirigenti del municipio XII, dicendo quanto la definizione “alunni di etnia rom” sia una dicitura impropria e stigmatizzante, trattandosi di minori in obbligo scolastico, a prescindere dalla loro provenienza geografica.
Dal municipio, però, si difendono: “Lungi dal voler discriminare l’utenza di cui trattasi e, anzi, nell’intento di voler salvaguardare le posizioni di tutti prima di rivolgersi alle scuole interessate per l’acquisizione di una eventuale dichiarazione di nullatenenza – dice ancora la minisindaca Crescimanno – abbiamo ritenuto giusto procedere ai dovuti controlli rivolgendoci, preliminarmente, alle strutture capitoline interne ed esterne”, appunto. Infatti, “con quella mail il municipio ha trasmesso una richiesta di notizie concernente i bambini che, indicati nelle circolari del dipartimento Servizi educativi e scolastici come ‘alunni rom, sinti e camminanti’, possono beneficiare, attraverso una procedura più favorevole rispetto alla norma, dell’esenzione dal pagamento della quota contributiva per il servizio di refezione scolastica”.
“Nessuna discriminazione – si difendono dal Comune attraverso la voce di Teresa Zotta, presidente della commissione Scuola – ma ordinaria amministrazione, quando si parla di persone in carico ai servizi sociali”.