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Roma, corruzione nel carcere di Rebibbia: arrestati due guardie penitenziarie e un detenuto

Gen 23, 2017

Hanno favorito un detenuto che gli aveva promesso dei soldi in cambio di vari aiuti. Con questa accusa due guardie penitenziarie in servizio nel carcere romano di Rebibbia e il detenuto, G. G., 50 anni, nato a Siracusa, sono stati arrestati su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Roma. I due agenti finiti ai domiciliari sono D.T.P., nato a Riardo (CE) di 47 anni e B.A.T., nato a La Chaux De Fonds (Svizzera) di 46 anni, entrambi assistenti capo della Polizia Penitenziaria. Perquisite anche le abitazioni dei due, gli alloggi di servizio e la casa della moglie del detenuto.

Per gli inquirenti i due agenti si sono “messi a disposizione” di G.G. per favori di vario genere: hanno comunicato notizie relative a permessi premio concessi o esiti delle udienze a lui, a sua moglie e al suo difensore, hanno dato ad altri operatori penitenziari notizie positive sulla condotta del detenuto; hanno rivelato a G.G. notizie sul ritrovamento di un telefono cellulare in possesso di un altro detenuto, hanno fatto da intermediari per recapitare beni all’interno del carcere o nel luogo dove il detenuto svolgeva attività lavorativa in regime di semilibertà.

Per gli inquirenti i due lo avrebbero fatto per ottenere somme di denaro, più volte promesse anche se di fatto mai elargite dal detenuto. L’uomo avrebbe anche promesso ai due un lavoro o un’altra forma di partecipazione nella pizzeria che si diceva intenzionato ad aprire una volta uscito dal carcere.

Il

detenuto, attualmente in carcere Cremona, è accusato anche di evasione. Il 21 maggio 2015 l’uomo, che era in regime di semilibertà, una volta uscito da Rebibbia non è andato al lavoro e non è rientrato in carcere all’orario previsto. La sua fuga è finita una settimana dopo, il 28 maggio, quando la polizia lo ha rintracciato a Crema, a casa della moglie, lo ha arrestato e lo ha accompagnato nel carcere di Cremona dove è attualmente detenuto.

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