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Roma, botte ai piccoli del nido all’Aurelio: condannate le 3 maestre

Set 7, 2016

Tre condanne con rito abbreviato. Si è concluso così il processo a carico di tre educatrici dell’asilo comunale “Il nido nel Parco”, accusate di maltrattamenti nei confronti di alcuni piccoli ospiti della struttura. Il gup Paola Della Monica ha disposto una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione per la più anziana delle tre maestre, Manuela Giuliani, della struttura di via Francesco Scaduto, in zona Aurelia, una sessantenne finita agli arresti domiciliari lo scorso mese di aprile. Per le altre due Maria Caterina Melis e Maria Rosaria Finotti, all’epoca dei fatti sospese dall’insegnamento, la condanna è stata di due anni e due mesi ciascuna. Lo stesso magistrato ha respinto la richiesta di risarcimento avanzate dal Comune di Roma, costituitosi parte civile, mentre ha accordato un risarcimento dei danni, da definirsi in sede civile, per le altre parti civili costituite dai genitori dei bambini maltrattati.

“La sentenza ci lascia l’amaro in bocca”, ha commentato Marco Maria Monaco, difensore della maestra Giuliani, “perchè a ben vedere la vicenda andrebbe inquadrata come un abuso dei mezzi di correzione piuttosto che come un caso di maltrattamenti. Spero che la corte d’appello – ha proseguito il penalista – attribuisca ai fatti la corretta qualificazione giuridica. Per il resto sono soddisfatto che il gup abbia bocciato la richiesta di risarcimento avanzata dal Comune di Roma”

La storia ha inizio a febbraio 2016, quando alcune supplenti temporaneamente occupate nella struttura comunale si accorgono delle continue violenze verbali e fisiche che le tre educatrici della classe media usano nei confronti dei bambini, quattordici in tutto, di età compresa tra i 12 e i 24 mesi. Sporgono denuncia ai carabinieri. La procura – le indagini sono coordinate dalla sostituto procuratore Maria Monteleone e dalla pm Vittoria Bonfanti – decide di vederci chiaro. Gli investigatori perciò nascondono nella struttura comunale delle telecamere. Che in questi mesi immortalano episodi allucinanti. “Se non mangi ti faccio nero!” urla una delle donne a un bambino. “Toglimelo di mezzo che altrimenti oggi faccio qualche danno”, intima un’altra a una collega. “Merdosa!” sibila una terza a una bambina impaurita. Per dare da mangiare ai bimbi usano spesso una pratica terribile: bloccano loro la testa, con le mani, la spingono all’indietro e con la forza infilano il cucchiaio in bocca, nonostante i pianti dei piccoli e i conati di vomito. E ancora: “Non ti reggo più, sei la mia croce!” gridaaa un bambino una delle tre donne. E a un altro: “Vattene a letto e non rompere le palle!”.

Ci sono anche momenti in cui i bambini vengono legati alle carrozzine o ai passeggini. Spesso i piccoli restano soli, a piangere, senza che nessuno cerchi di capire cosa abbiano o li consoli. In un altro video ancora una maestra strattona un bimbo, poi lo solleva e lo getta su un tappetino.

Tanto è bastato al gip per accogliere le richieste della procura e decidere sulle misure cautelari. Adesso è arrivata la condanna delle tre maestre.

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