AGI – “I bilanci che abbiamo ereditato, e non lo dice Francesco Rocca ma lo dice la Procura della Repubblica, erano bilanci ideologicamente falsi questo è un dato di fatto. Erano ideologicamente falsi perché davano applicazione a due decreti commissariali quindi poi la procura dice non c’è una responsabilità personale ma politica rispetto a questo”. La ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, nel corso di una conferenza stampa per un bilancio di due anni di governo regionale.
“La Corte dei Conti, nell’ambito del Giudizio di parifica del rendiconto regionale 2022, non ha certificato i conti della sanità del 2022, con la conseguente apertura di due inchieste della magistratura, penale e contabile – ha spiegato il presidente Rocca – tale era lo stato di incertezza riscontrato nei documenti contabili presentati. Tanto che la Procura della Repubblica di Roma, nell’autunno del 2023, ha avviato indagini su ben 8 Direttori generali, i quali, nonostante sia stata chiesta l’archiviazione, hanno redatto “bilanci ideologicamente falsi” a causa dei “decreti commissariali 52/2017, 521/2018 e 297/2019. Si tratta di una responsabilità politica e non di natura penale sindacabile”.
“Siamo partiti con una proiezione negativa di disavanzo di oltre 700 milioni previsto per il 2023, invece con un lavoro che ha fatto pulizia nel bilancio – ha aggiunto Rocca – abbiamo ottenuto una riduzione di dotazione negative per circa mezzo miliardo di euro, stanziando 475 milioni di euro alle aziende sanitarie. Abbiamo chiuso il 2023 con 32 milioni di utile e il 2024 con 40 milioni di utile”.
“L’opposizione deve giustamente fare il suo lavoro ma quando parte da dati e presupposti falsi per criticare la mia amministrazione mi addolora. A volte ho questo fastidio che, legato alla mia passionalità, mi fa essere eccessivamente rumoroso quando mi inquieto”. Ha detto il presidente Francesco Rocca. “Questa è una Regione in piano di rientro e tutto ciò che è extra Lea non può rientrare – ha concluso – è inutile fare demagogia e dire che Rocca e la sua giunta sono cattivoni”.
Con riforma Recup abbattuti del 70% tempi attesa
“La riforma del Recup con l’integrazione in un sistema unico delle prenotazioni, ha determinato, gradualmente, un aumento delle prestazioni erogate e contestualmente una riduzione dei tempi di attesa: per chi ha prenotato una visita dal 1 gennaio 2025 a oggi (oltre 700mila cittadini che hanno prenotato sul Recup), nel 95,7% ha ricevuto un appuntamento nei tempi di garanzia previsti dalla legge”. Ha illustrato Rocca.
“La percentuale sale al 96,5% per le oltre 470mila prestazioni critiche monitorate e prenotate sul Recup – ha aggiunto Rocca – i tempi medi di attesa di gennaio 2023-2024-2025 si sono ridotti da 31 giorni nel 2023 a 9 giorni nel 2025, con un abbattimento del 70% dei tempi, a fronte di un aumento di oltre 70mila prestazioni erogate in più nel mese di gennaio 2025 (356.201) rispetto al mese di gennaio 2023 (280.623)”.