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Robot e innovazione spaventano gli italiani, dice il Censis

Apr 28, 2017

Come valutano gli italiani l’innovazione tecnologica e l’avvento dell’automazione industriale ? Con molta circospezione, stando all’ultima indagine condotta da Agi-Censis – “Uomini, robot e tasse: il dilemma digitale” – presentata al Maxxi di Roma in occasione dell’internetday, . L’entusiasmo prevale in percentuale, ma è ben presente la paura legata alla perdita del posto di lavoro., soprattutto nelle fasce sociali più vulnerabili. In generale inoltre i nostri connazionali sottostimano il fenomeno, ritenendolo erroneamente un vago scenario di un remoto futuro.

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Snocciolando qualche numero vediamo ad esempio che il 66,7% degli italiani di bassa estrazione socio-economica e il 59,2% dei soggetti privi di titoli di studio superiori, temono che i processi di innovazione tecnologica finiranno per ampliare la forbice tra i ceti sociali.

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Il 37,8% degli italiani ritiene inoltre che processi di automazione sempre più spinti e pervasivi provocheranno la perdita di posti di lavoro. Anche in questo caso le valutazioni dipendono molto dai titoli di studio posseduti e dalla posizione socio-economica occupata.

Se è infatti il 43,8% di chi non possiede titoli di studio elevati a nutrire le maggiori preoccupazioni, il 33,5% degli intervistati ritiene invece che si tratti di uno scenario ancora largamente inesplorato, che potrebbe addirittura contribuire ad aumentare le opportunità di lavoro. Il restante 28,5% del totale ritiene invece che nel complesso il mondo del lavoro resterà com’è in termini numerici, semmai saranno le tipologie di lavoro disponibili a cambiare.

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Passando invece alla valutazione complessiva del fenomeno scopriamo che “Per un 10% di italiani parlare di automazione e di robotica significa proiettarsi in un libro di Isaac Asimov o tra gli androidi di Star Wars. Fantascienza, dunque, più che attualità o futuro prossimo”. Infine molti nostri connazionali chiedono una tassa sui robot, come già proposto da Bill Gates. Per il 42,1% degli intervistati infatti la penetrazione dell’automazione e della robotica nei processi produttivi “deve essere in qualche modo regolata perché, sostituendo il lavoro umano, finiranno per determinare una riduzione del gettito fiscale complessivo”.

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Una percentuale pressoché identica pensa invece che l’evoluzione scientifica e tecnologica seguirà il suo corso e non ha senso pensare di introdurre meccanismi che possano arginarla o limitarla. Minoritaria invece la posizione di chi ritiene addirittura che l’introduzione della robotica sia da incentivare come elemento di sostegno alla competitività delle imprese italiane (16,3%).

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