Dal 15 giugno tutti i cittadini comunitari avrebbero dovuto godere del “roaming zero” sul traffico infranazionale, ma il Berec ha lasciato aperta una finestra. O meglio una “finestra temporale” di 12 mesi che consentirà agli operatori mobili di rimandare l’introduzione delle nuove tariffe.
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Non varrà per tutte le telco europee ma solo per quelle che riusciranno a dimostrare di andare in perdita con questo nuovo modello di business. L’AGCOM di fatto dovrà analizzare, in caso di richiesta di rinvio, i costi sostenuti dagli operatori e le perdite in relazione a un modello che il Berec svilupperà per determinare i margini economici sostenibili. Non meno importante la valutazione di eventuali partecipazioni in gruppi internazionali, livelli di concorrenza del mercato nazionale e altri parametri.
Le richieste in tal senso dovranno pervenire entro il 15 maggio e in caso positivo consentiranno un rinvio dello zero roaming per massimo 12 mesi, dopodiché ogni ulteriore estensione dovrà essere nuovamente giustificata.
L’Organismo dei Regolatori europei – in pratica il punto di riferimento dei vari garanti TLC – ha pubblicato le linee guida definitive che regoleranno lo “zero roaming” con una piccola aggiunta.
Come ha già annunciato le chiamate, gli SMS e il traffico dati dovranno costare come se si stesse a casa (roaming like home) e non oltre confine. Dopodiché sono state confermate le soglie – di cui potete leggere qui un ampio approfondimento – oltre cui potrà essere applicato un extra.
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Le eccezioni previste dal Berec sono a garanzia degli operatori: l’obiettivo è che nessuno possa approfittare dello zero roaming per sfruttare tariffe straniere più economiche al posto di quelle dei mercati nazionali dove si è residenti. Il “roam like home” varrà per un massimo di 4 mesi, a meno che l’utente non dimostri di avere un legame particolare con il paese straniero per motivi famigliari o di studio.
In ogni caso il sovrapprezzo non potrà superare le tariffe all’ingrosso stabilite per il roaming UE, ovvero il prezzo nazionale sommato a 0,19 euro al minuto per le chiamate, 0,06 euro per gli SMS e 0,20 per il traffico dati. Per il costo della ricezione chiamate si terrà conto della media UE per le tariffe di terminazione mobile.
In sintesi cosa è successo?
Le lobby degli operatori hanno vinto la battaglia dello zero roaming. Non sarebbe stato più possibile tornare indietro e annullare l’intero progetto, ma sono riuscite a portare a casa il miglior risultato possibile. Ovvero, consentire agli operatori che esportano più turisti rispetto a quanti ne ricevono di non andare in perdita.
Già, perché bisogna ricordare che il roaming non è altro che un servizio di “noleggio” delle infrastrutture altrui. Il traffico di un turista italiano che varca il confine viene gestito dall’operatore estero e poi re-indirizzato in Italia. L’operatore italiano paga questo servizio, ma se non riesce a bilanciarlo con altrettanto traffico turistico in entrata, rischia di andare in perdita. Ancor di più se magari è piccolo, considerato che le tariffe all’ingrosso del roaming sono piutosto alte. Si pensi che il traffico dati (wholesale) viaggia sui 7,7 euro a GB.
Insomma, prima dell’estate scopriremo quali dei nostri operatori introdurranno lo zero roaming e quali invece chiederanno un rinvio.