Calci, pugni e addirittura un morso a un agente di polizia penitenziaria, che ha dovuto farsi medicare in ospedale per una ferita al braccio. Esplode di nuovo la rabbia violenta dei giovanissimi detenuti del carcere minorile Beccaria di Milano. Questa volta a innescare la protesta dei ragazzi reclusi, poi sfociata in aggressione alle guardie, è stata la mancanza di acqua calda nei bagni.
Il sindacato della polizia penitenziaria Si.N.A.P.Pe, con il suo coordinatore nazionale Pasquale Baiano, parla di “serata di follia” fra celle e spazi comuni. “Con profonda amarezza e rammarico – si legge nel comunicato sindacale – si torna a denunciare situazioni emergenziali presso l’Istituto milanese, già noto per pregresse e remote vicissitudini anche analoghe, in un padiglione detentivo ristrutturato di recente, dopo biblici anni di attesa”. Negli ultimi due anni sono state almeno sei le rivolte violente al Beccaria da parte di gruppi di detenuti. Per denunciare la carenza di personale e di sicurezza, nel luglio 2017 gli agenti di polizia penitenziaria manifestarono di fronte al tribunale per i Minorenni di Milano. “Siamo pronti a farlo di nuovo”, annuncia Baiano. E soltanto pochi mesi fa anche il cappellano don Gino Rigoldi, dopo il ferimento di un agente, lanciava l’allarme: “La situazione è fuori controllo”.
Intanto, al palazzo di giustizia di Milano un detenuto ha cercato di suicidarsi gettandosi dal settimo piano, dopo che era stata pronunciata una condanna nei suoi confronti. La tragedia è stata evitata grazie alla prontezza di un agente della polizia penitenziaria che lo aveva accompagnato in udienza, dal carcere di Pavia dove era detenuto in regime di custodia cautelare. A denunciarlo è Gian Luigi Madonia, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria Lombardia, commenta.