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Rimosso il capo della polizia postale. Oggi gli interrogatori di garanzia

Gen 11, 2017

A poche ore dall’inchiesta che ha svelato la pi vasta rete di cyberspionaggio, finora mai scoperta in Italia, a danno di esponenti del mondo politico, ma anche del mondo dell’impresa e della finanzia (oltre 18mila gli username schedati) , salta il vertice della polizia postale che ha condotto l’indagine.

Il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha disposto la sostituzione dell’attuale direttore, Roberto Di Legami, assegnato cos a un nuovo incarico.

Tra i motivi alla base della decisione ci sarebbe l’aver sottovalutato la portata dell’indagine sullo spionaggio dei politici senza informare i vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza.

Ma chi Roberto Di Legami?

Considerato poliziotto di grande esperienza Di Legami ha alle spalle diversi anni di servizi in un uno dei fronti pi caldi del contratto alla criminalit. stato infatti Capo della Sezione Omicidi ed Antimafia della Squadra Mobile di Palermo. Dal giugno 1999 all’agosto 2009 ha diretto l’Ufficio “Criminalit Organizzata” dell’Europol a L’Aia, Olanda. Dal 2010 al 2013 ha diretto i Compartimenti di Polizia Postale e delle Comunicazioni “Sicilia Occidentale” e “Lazio”, e successivamente la terza Divisione del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma. stato inoltre consulente di diverse organizzazioni europee ed extra-europee, per la lotta al crimine organizzato ed il miglioramento della sicurezza globale.

L’inchiesta

Intanto sono fissati per oggi gli interrogatori di garanzia per Giulio e Francesca Maria Occhionero, considerati al momento i terminali e gli artifici della rete.

Nei loro confronti la Procura di Roma contesta i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. L’atto istruttorio sar svolto davanti al gip Maria Paola Tomaselli alla presenza del pm Eugenio Albamonte, titolare dell’indagine.

Il mio assistito – ha dichiarato l’avvocato Stefano Parretta, difensore di Giulio Occhionero, prima di entrare nel carcere di Regina Coeli – nega di aver fatto

attivit di spionaggio, i server all’estero li aveva per lavoro. Oggi risponder alle domande del gip – aggiunge – ha cose da chiarire: questa una vicenda ancora

tutta da scrivere e lui nega di aver fatto alcunch di illecito.

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