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Riforme, stop al taglio dei parlamentari: servirà un referendum

Dic 18, 2019

raggiunte le firme

Secondo quanto riferiscono fonti della Fondazione Einaudi, promotrice della raccolta firme, l’obiettivo dei 65 senatori necessario a indire il referendum costituzionale sarebbe a portata di mano, se non addirittura superato

18 dicembre 2019


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(ANSA)

2′ di lettura

Referendum sul taglio del numero dei parlamentari più vicino. Secondo quanto riferiscono fonti della Fondazione Einaudi, promotrice della raccolta firme, l’obiettivo dei 65 senatori necessario a indire il referendum costituzionale sarebbe a portata di mano, se non addirittura superato.

I risultati saranno presentati il 18 dicembre in una conferenza stampa (alle 17.30 alla Camera) per rendere note le adesioni pervenute e comunicare le iniziative da intraprendere in vista del 12 gennaio, termine ultimo fissato dalla legge per il raggiungimento dell’obiettivo.

Alla conferenza stampa parteciperanno Giuseppe Benedetto e Davide Giacalone, presidente e vicepresidente della Fondazione Einaudi e i tre senatori proponenti Andrea Cangini, Tommaso Nannicini e Nazario Pagano.

«Al Senato abbiamo appena raccolto le 64 firme necessarie per indire un referendum confermativo sulla legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari, come previsto dalla nostra Costituzione”: lo annuncia il senatore dem Tommaso Nannicini, che ha promosso la raccolta delle firme insieme ai colleghi di Forza Italia Andrea Cangini e Nazario Pagano.

«Anche grazie alla mobilitazione dei radicali nelle ultime settimane – ha spiegato – abbiamo superato il numero previsto di 64 senatori per indire il referendum. È una buona notizia, perché l’ultima parola spetterà ai cittadini e potremo finalmente aprire una discussione pubblica sul tema».

«Sul piano politico – aggiunge Nannicini – i mesi in più che abbiamo davanti saranno utili per capire se arriveranno una buona legge elettorale e quei correttivi costituzionali che la maggioranza si è impegnata a introdurre. Dobbiamo semplicemente dare un senso a un taglio lineare della rappresentanza politica che al momento un senso non ce l’ha. E sarà anche uno stimolo positivo perché la maggioranza possa rafforzare la propria coesione nel 2020 rilanciando un programma di legislatura».

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