AGI – Questa prossima settimana l’evento più atteso è sicuramente la riunione della Bce, in programma per giovedì. La previsione è che l’istituto rialzi i tassi di 75 punti base, mentre i riflettori saranno rivolti sulla conferenza stampa di Christine Lagarde, attesa al varco per le indicazioni sul Qt (riduzione bilancio), oltre che sui futuri rialzi dei tassi.
Durante la riunione il Consiglio potrebbe annunciare nuove condizioni per le operazioni Tltro, i 2.100 miliardi di euro di prestiti ultra convenienti concessi dalla Bce nell’ambito delle sue operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine.
Sul fronte banche centrali sono attese anche la riunione, mercoledì, di quella canadese, che dovrebbe aumentare i tassi di 50 punti base, o anche qualcosa in più, considerato l’ultimo dato sull’inflazione che ha sorpreso al rialzo.
In calendario le riunioni della Banca centrale brasiliana e di quella russa, che lasceranno i tassi fermi, oltre che di quella giapponese, venerdì, che dovrebbe mantenere la sua politica monetaria invariata e focalizzare l’attenzione sulla debolezza dello yen e sull’accelerazione dell’inflazione core.
Dal punto di vista macroeconomico, la settimana sarà densa di importanti dati, a partire oggi dalla pubblicazione dei Pmi manifatturiero e servizi delle principali economie mondiali. In mattinata saranno resi noti quelli di Giappone, Gran Bretagna ed Eurozona, con questi ultimi che dovrebbero rafforzare i segnali di contrazione dell’economia.
Nel pomeriggio sarà la volta degli Usa dove per il momento in contrazione è solo il settore servizi. Martedì in Germania ci sarà la pubblicazione dell’indice Ifo, atteso in calo, mentre negli Stati Uniti avremo la fiducia dei consumatori attesa anch’essa in peggioramento.
Sempre negli Usa giovedì avremo la lettura preliminare del Pil del terzo trimestre, che dovrebbe partire in rialzo dopo la “recessione tecnica” degli ultimi due trimestri (in realtà dovuta all’elevata volatilità delle scorte e del retail).
La settimana si concluderà in Germania con la pubblicazione del Pil preliminare del terzo trimestre, atteso in contrazione e con la prima lettura dell’inflazione di ottobre, attesa poco variata, dal 10,9% al 10,8%.
Sul fronte delle trimestrali, la prossima settimana pubblicheranno i risultati di importanti società, tra cui Alphabet, Amazon, Meta e Apple. Infine, sul fronte politico, ricordiamo che in Gran Bretagna, entro venerdì, è attesa la nomina del nuovo premier, mentre in Italia tra il 25-26 ottobre è atteso il voto di fiducia in Parlamento sul nuovo governo.
Più in generale gli analisti sono abbastanza divisi sull’andamento dei mercati, caratterizzati, come nota Antonio Amendola, equity porfolio manager di AcomeA Sgr, da “una forte la volatilità, in particolare sui mercati obbligazionari. Un altro tema di fondo importante è la scarsissima liquidità sui mercati. Questo significa che in questa fase ci sono più venditori che compratori e che questi ultimi non investono ma si limitano a coprire posizioni ‘corte'”.
“Nei prossimi mesi – aggiunge Amendola – mi aspetto un rimbalzo, anche dell’azionario, in concomitanza con le trimestrali, che potrebbero certificare un ‘bottom’ del mercato” e quindi l’inizio di una fase rialzista. Già questo mese, a ottobre, mi aspetto che sui mercati ci possano essere dei rimbalzi. Ovviamente il trend di fondo resta negativo, per via del rialzo dei tassi e della paura della recessione, per cui si tratterà di rimbalzi temporanei. Tuttavia non sono pessimista sul prossimo futuro. Ritengo che tutto ciò che c’è di negativo nell’economia sia stato sostanzialmente prezzato dai mercati. Per cui – prosegue – anche tenendo conto della poca liquidità che c’è in circolazione, basterà poco per far rimbalzare in modo importante il mercato. Secondo me ora stiamo veramente in una fase di massimo stress. Tuttavia in Europa le banche non stanno minimamente prezzando il fatto che gli attuali tassi fanno bene al loro business. Per cui sono ottimista sui dati delle prossime trimestrali. Penso che da questo punto in poi si possa iniziare a comprare. Certo, c’è volatilità, per cui la visibilità è a non più di un mese. Diciamo che la mia è una positività a livello tattico. Direi che in questa fase chi è scarico, o chi è molto corto può iniziare per un mese a cambiare approccio”.
Tra gli analisti insomma, c’è chi comincia a intravedere la fine del tunnel, ma non non tutti la pensano così. Gli investitori, secondo gli strategist di Berenberg, dovrebbero “continuare a procedere con cautela. La nostra analisi delle principali variabili macro statunitensi suggerisce che gli investitori dovrebbero attendere un ulteriore deterioramento macro prima di puntare sulle azioni. A nostro avviso, gli investitori dovrebbero cercare di diventare rialzisti solo quando avremo superato la fase di contrazione del Pmi e dei margini”.
Anche perché, una volta chiusa l’operazione di rialzo del costo del denaro, la Bce punta a iniziare a ridurre il bilancio di 9 mila miliardi di euro che si è particolarmente gonfiato durante la pandemia una volta che i tassi saranno neutrali. Villeroy ha affermato che dalla fine di quest’anno la banca potrebbe smettere di sostituire alcune delle obbligazioni in scadenza nell’ambito del suo programma di acquisto di asset (APP, asset purchase programme) da 3,26 miliardi di euro. Prima che prenda il via questo processo, definito di Quantitative Tightening, una manovra di finanza con effetto restrittivo.