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Ricordate Rambus? Ora protegge i chip Nvidia dagli hacker

Ott 25, 2016

Nvidia ha siglato un accordo di licenza con Rambus. L’azienda di Santa Clara si è garantita l’accesso a una suite di contromisure da attacchi Differential Power Analysis (DPA), un tipo di attacco side-channel che contempla l’analsisi delle variazioni del consumo energetico o le emissioni elettromagnetiche del dispositivo che si vuole colpire. Tali valori possono essere usati per derivare la chiave crittografica o altre informazioni sensibili dai chip.

rambus dparambus dpa
Rambus DPA

La tecnologia di Rambus, messa a punto dalla divisione Cryptography Research, offre un insieme di soluzioni hardware e software che permettono di creare prodotti resistenti ad attacchi DPA. Rambus ha messo a punto una DPA Workstation (DPAWS) che aiuta i propri clienti a difendersi da questo tipo di insidie.

L’azienda ha spiegato che DPAWS “analizza le implementazioni crittografiche hardware e software alla ricerca di vulnerabilità a disposizione di attacchi side-channel energetici ed elettromagnetici” e usa “una suite integrata fatta di hardware e software per la visualizzazione dati al fine di aiutare nell’identificazione e nella comprensione delle vulnerabilità nei chip crittografici”.

“Queste minacce non si trovano solo nel campo dell’intelligenza artificiale, nelle auto autonome, nella realtà virtuale e nell’industria professionale della visualizzazione, ma anche in quello aerospaziale e della difesa, nel settore finanziario, in quello retail e in molti altri”, sottolinea Rambus.

L’obiettivo della casa di Santa Clara è proteggere i propri prodotti da attacchi sofisticati che in futuro potrebbero diffondersi. Le GPU di Nvidia non servono solo per giocare, ma sono sempre più usate nell’ambito dell’intelligenza artificiale e nelle automobili autonome. La nuova piattaforma hardware a bordo delle automobili di Tesla è di Nvidia.

Le GPU diventano quindi sempre di più un componente critico, un obiettivo per i malintenzionati. Se Nvidia vuole ottenere la fiducia di un crescente numero di clienti non può (e non deve) prendere sotto gamba la sicurezza. Altrimenti – ne abbiamo avuto un assaggio nei giorni scorsi – nell’epoca del “tutto connesso” le conseguenze di una scarsa sicurezza potrebbero essere nefaste e imprevedibili.

Non solo furto di dati sensibili, ma anche hacking: se qualcuno riuscisse a prendere il controllo di un’auto autonoma, con o senza persone a bordo, si creerebbe uno scenario piuttosto pericoloso. La buona notizia è che gli attacchi side-channel come questo richiedono accesso fisico al dispositivo.

Ciò significa che gli hacker probabilmente non adotteranno attacchi di questo tipo su larga scala, ma la possibilità c’è ed è bene che le aziende non lascino nulla d’intentato quando si tratta di sicurezza.

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