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«Riapertura? Decideremo dopo la conferenza Stato-Regioni»

Mag 29, 2020

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùMisure anti Convid-19

Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci taglia corto sulle polemiche: «No a decisioni a macchia di leopardo». E sul passaporto sanitario dice: «Il nome conta poco, ci saranno regole per fare vacanze in sicurezza»

di Nino Amadore

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(Imagoeconomica)

Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci taglia corto sulle polemiche: «No a decisioni a macchia di leopardo». E sul passaporto sanitario dice: «Il nome conta poco, ci saranno regole per fare vacanze in sicurezza»

29 maggio 2020


6′ di lettura

Chiamatelo, se volete, passaporto sanitario anti Covid-19. Ma è un protocollo per la sicurezza dei turisti e di chi li ospita. E soprattutto che non fa alcuna differenza tra chi proviene dalla Lombardia e chi viene da un’altra regione. Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci taglia corto sulle polemiche e sulla riapertura della Sicilia a cittadini provenienti da altre regioni pone un punto fermo: le decisioni della Conferenza Stato-Regioni. Per il momento le certezze sono due: i tecnici sono al lavoro per dare contenuti al protocollo sanitario; l’ordinanza del governatore siciliano che prevede anche limiti per chi proviene da altre regioni scade il 7 giugno.

Questa vicenda del passaporto sanitario ha scatenato polemiche: sembra ormai esserci un caso Sardegna.

Non esiste un caso Sardegna: c’è una proposta del collega governatore sulla quale credo si sia fatta un po’ di speculazione. C’è una domanda di fronte alla quale credo tutti ci siamo trovati: possiamo conciliare il cuore e la ragione? Il cuore vuole tutte le strutture ricettive della regione piene ma la ragione chiede sicurezza. Io credo che questa epidemia non ce lo consenta ma abbiamo il dovere di osare, di rischiare: sapendo che se si dovesse accendere un focolaio tutto tornerebbe come prima.

In questi giorni sono state fatte diverse ipotesi sulla Sicilia: passaporto sanitario, autorizzazioni. Qual è la verità? Cosa faremo?

Intanto è un fatto di denominazione: chiamarlo passaporto sanitario o protocollo sanitario non fa alcuna differenza. Noi riteniamo che il turista debba poter restare in Sicilia in una condizione di sicurezza per sé e per chi lo ospita. Il protocollo di sicurezza che ancora non è definito nei particolari, sarà frutto di un lavoro tra il dipartimento regionale della Salute e quello del Turismo, con la collaborazione degli operatori turistici. E prevede anche il potenziamento dei servizi sanitari soprattutto nelle isole minori. Un protocollo di sicurezza a prescindere dalla zona da cui si proviene perché sarebbe assurdo pensare che un lombardo sia più contagioso di altri. Ci sono poi i casi asintomatici e quelli riguardano anche i siciliani.

Protocollo che dovrebbe essere pronto per il 5 giugno o al massimo per il 7.

Si. La nostra ordinanza scade il 7 e in teoria noi il giorno dopo potremmo riaprire. Ma la nostra misura deve essere consequenziale rispetto a quella adottata dal governo nazionale. Non può essere demandato alle regioni il compito di decidere sulla mobilità interregionale: non riesco a immaginare sullo Stivale una mobilità a macchia di leopardo. È chiaro che la decisione deve maturare all’interno di un confronto tra lo Stato e le Regioni quindi all’interno della Conferenza con il coinvolgimento dei Comuni. E poi una volta assicurato il dato epidemiologico, che non deve comportare serie preoccupazioni, si deciderà di aprire tutti assieme: ogni regione sarà chiamata ad adottare misure di tutela e di cautela differenti.

A proposito del dato epidemiologico: che dati abbiamo?

Lo sapremo oggi: è la data di scadenza delle due settimane entro le quali di dovrebbe manifestare l’eventuale positività.

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