AGI – Il comune di Sant’Antonio Abate notifica lo stop a tutte le attività del Grand hotel “La Sonrisa”, noto come ‘Castello delle cerimonie’ reso famoso dal format televisivo ‘Il boss delle cerimonie’.
La sindaca Ilaria Abagnale comunica che è stato notificato il provvedimento di revoca delle licenze per la ristorazione e per l’albergo alle tre società che hanno gestito finora, anche dopo le sentenza di Cassazione, il complesso immobiliare, al fine di acquisire completamente il bene a patrimonio comunale.
Il provvedimento prevede la “contestuale cessazione delle attività alberghiera e di ristorazione” e quindi al netto di ricorsi al Tar o sospensive, tutte le attività dovranno cessare. “In caso di mancata ottemperanza, anche parziale, del provvedimento – si legge nell’atto notificato dagli uffici comunali – si procederà alla chiusura forzata dei locali mediante l’apposizione di sigilli”.
La storia giudiziaria della struttura è iniziata nel 2011 con l’accusa di una serie di abusi edilizi realizzati su un’area di oltre 40mila metri quadri a partire dagli anni’80.
Nel 2016, dopo la morte del capofamiglia Antonio Polese, il tribunale di Torre Annunziata aveva condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, la moglie Rita Greco e il fratello Agostino Polese, amministratore della società. La sentenza di primo grado è stata in parte riformata dalla Corte d’appello di Napoli ma la parte della sentenza relativa alla confisca degli immobili e dei terreni su cui è stata edificata “La Sonrisa” è rimasta e nel 2024 è passata in giudicato. Sarà il comune di Sant’Antonio Abate ad acquisirli a patrimonio.
“Con il provvedimento emesso – spiega Ilaria Abagnale – prosegue il complesso iter per la completa acquisizione del bene, in esecuzione di una sentenza definitiva che prevede la confisca per il reato di lottizzazione abusiva. Tutte le operazioni stanno proseguendo, anche sulla base del confronto sempre aperto con la Prefettura di Napoli e con la Procura Generale, costantemente informate degli sviluppi”. Nelle prossime settimane il consiglio comunale dovrà pronunciarsi sui primi atti d’indirizzo per il futuro degli immobili e dell’area di circa 44mila metri quadrati, che entreranno a far parte delle proprietà del Comune abatese.
“Un primo passo per dare nuova vita a quell’area – conclude Ilaria Abagnale – seguendo i dettami della sentenza della Corte di Cassazione, che ha indicato come alternative la demolizione o il recupero del compendio immobiliare attraverso una pianificazione”.