• 23 Dicembre 2025 18:16

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Retroscena Ferrari: la nuova auto avrà le sospensioni anteriori flessibili

Dic 23, 2025

In vista del nuovo ciclo regolamentare, la Ferrari ha fissato un traguardo chiaro e non negoziabile: tornare stabilmente al vertice della Formula 1 nel 2026, visto che rappresenta uno spartiacque tecnico e sportivo, dove il team di Maranello intende presentarsi con una vettura capace di competere ad armi pari con i riferimenti della categoria. Anche per questo ha lavorato parecchio sulla flessibilità del gruppo sospensivo all’avantreno.

Ferrari: la necessità di intervenire su uno dei nodi più complessi della monoposto

L’analisi del 2025 mette in luce una criticità tutt’altro che secondaria. Oltre l’errore che han stoppato lo sviluppo della Ferrari SF-25 c’è il discorso legato all’interazione tra gomme e asfalto, ambito nel quale la Rossa ha incontrato difficoltà evidenti. La dinamica sospensiva si è rivelata uno dei fattori più delicati. Garantire alle coperture una finestra stabile sul loro funzionamento non è mai stato semplice.

Ed anche su questo fronte che il progetto Ferrari 2026 ha concentrato una parte rilevante delle proprie risorse. La Rossa ha infatti impostato il lavoro con un obiettivo preciso: massimizzare la capacità della vettura nello sfruttare i compoundin ogni condizione. Una filosofia che permea l’intero processo di concezione e sviluppo dell’auto, pensato per concedere ai ferraristi di sfidare ad armi paro con i top team senza handicap strutturali.

Da Via Abetone Inferiore 4 filtrano indicazioni piuttosto chiare sulle linee guida dell’auto 2026. Una delle direttrici più interessanti riguarda la flessibilità delle sospensioni anteriori, tema che coinvolge diversi reparti ingegneristici all’interno della Gestione Sportiva. In Formula 1 il gruppo sospensivo viene progettato con elevatissimi livelli di rigidezza, condizione necessaria per garantire la stabilità della piattaforma aerodinamica.

Ferrari 2026, sospensioni flessibili: una scelta tecnica mirata per la nuova monoposto

Anche con il nuovo regolamento le vetture continueranno a impiegare sospensioni in grado di limitare il movimento del fondo, elemento che, pur con un ruolo ridimensionato rispetto all’era delle wing car, rimane determinante per il carico. La flessione dei braccetti è ovviamente normata dal regolamento tecnico della F1 2026, ma le verifiche previste dalla FIA avvengono esclusivamente in condizioni statiche.

La flessibilità si ottiene attraverso una progettazione avanzata delle pelli in materiale composito: la disposizione delle fibre di carbonio è studiata per conferire al componente proprietà anisotrope ben definite, per rispondere correttamente ai carichi imposti durante i controlli della Federazione Interazionale, ma in grado di deformarsi quando le sollecitazioni operative seguono direzioni differenti con il veicolo in marcia.

Dal punto di vista ingegneristico, consentire una flessione controllata del primo link del triangolo superiore equivale a intervenire in modo mirato sulla rigidezza complessiva del sistema sospensivo. Ottenere un effetto di questo tipo in condizioni dinamiche è estremamente complesso, poiché la soluzione dev’essere efficace in pista senza mai oltrepassare i limiti regolamentari fissati dall’organo legislativo.

Ferrari: un sistema controllato e complesso per affinare la dinamica del veicolo

L’obiettivo dalla Ferrari è quello di utilizzare un meccanismo capace di modificare dinamicamente il recupero di cambera determinate velocità. Qualora il link venga sollecitato da carichi specifici, la sua lunghezza apparente può ridursi, generando una variazione controllata dell’angolo di camber. Un intervento di questo tipo ha effetti rilevanti sul comportamento complessivo della monoposto

In particolare ci riferiamo alla gestione della superficie di contatto dello pneumatico con l’asfalto. Il controllo accurato di tali parametri consente di adattare la risposta della sospensione alle esigenze delle gomme, migliorando aderenza e stabilità in specifiche fasi di marcia. La definizione del camber ideale è sempre il risultato di un compromesso complesso, nel quale entrano in gioco obiettivi tra loro contrastanti.

Come è facile intuire in Formula 1, la precisione con cui viene calibrato l’insieme di questi elementi incide in maniera diretta sulle prestazioni in pista. Per arrivare a questo risultato, Ferrari ha seguito una pianificazione estremamente accurata, convinta che questa soluzione possa rappresentare la discriminante per sfruttare al massimo il potenziale degli pneumatici in qualsiasi condizione ambientale.

Un approccio sofisticato e complesso, che testimonia come il progetto Ferrari 2026 abbia spinto al limite diversi concetti chiave. Resta da capire se la Rossa sarà in grado di validare al meglio questa componente, per passare dal campo soggettivo a quello oggettivo facendo funzionare al meglio questo provvedimento. Nei test di Barcellona a porte chiuse di fine gennaio potrebbero già arrivare le prime conferme.

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