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Regioni divise sui divieti, Governo orientato a tener chiuse le scuole – L’HuffPost

Feb 28, 2020

L’aspirina in attesa della cura da cavallo. Il Consiglio dei ministri vara un pacchetto di misure destinate ai comuni focolaio del Coronavirus, ma per gli interventi più consistenti, quelli che riguardano l’economia e le imprese in affanno, bisognerà attendere la prossima settimana. Mentre sabato mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte insieme alla Protezione civile parlerà in conference call con i governatori delle Regioni più colpite dall’emergenza Coronavirus per varare un nuovo provvedimento e decidere se allentare la stretta in atto.

Bisogna decidere sulla riapertura di scuole, nidi e università, stadi e musei. Nel Governo regna la prudenza: i contagi continuano a crescere e riaprire in questo momento è una decisione estremamente delicata. Le Regioni sono divise. La Lombardia spinge per un’altra settimana di chiusura, chiede una proroga delle misure restrittive, con l’esperto infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, che parla di “una medicina amara, ma che si deve inghiottire” per riuscire a “passare dai 2-2,5 casi per ogni persona infettata a meno di uno”. Di diverso avviso il Veneto che vorrebbe circoscrivere la restrizione alle sole aree rosse, quelle dove sono stati registrati i contagi di Covid-19, per un ritorno alla normalità nelle altre zone. Anche l’Emilia attende la decisione del Governo. Intanto i ministri hanno optato per inserire nel decreto approvato questa sera una norma “salva anno scolastico” così da scongiurare che gli studenti perdano l’anno se la chiusura degli istituti dovesse protrarsi. Segnale che lascia immaginare come il Coronavirus, in alcune aree, nonostante gli inviti alla calma, faccia ancora paura.

È probabile dunque che si arrivi a ordinanze mirate che riguardano le tre aree in cui è stata divisa l’Italia: una per le Regioni più colpite, un’altra in quelle con contagi più limitati e infine una terza per quelle non raggiunte dal virus. Per questo si dovrebbe approntare una divisione in tre colori delle zone del contagio, graduando il livello del contagio e le misure da attuare nei diversi casi. In alcuni casi – come a Palermo e nel Trentino Alto Adige – si è già deciso per la riapertura delle scuole. Ma è la situazione sul territorio ad imporre scelte differenti. Perché i numeri dicono che su 821 ammalati (la metà in isolamento domiciliare, 345 in ospedale con sintomi e 64 in terapia intensiva), ben 474 sono in Lombardia, dove ci sono anche 8.500 persone in isolamento domiciliare perché venute a contatto con soggetti contagiati, 149 sono in Veneto, quasi tutti in provincia di Padova e Venezia, e 143 in Emilia Romagna, la maggior parte in provincia di Piacenza.

Dunque è chiaro che per questi territori serviranno misure diverse rispetto a quelle che verranno prese, ad esempio, per la Toscana, dove ci sono 7 casi, per la Marche (6) o per l’Umbria, dove si registrano i primi due casi, non ancora validati dall’Iss. Come il nuovo caso della donna risultata positiva al primo test in comune di Fiumicino, di torno da Bergamo. E che sia la Lombardia l’epicentro del virus lo dimostra anche l’emergenza – poi rientrata secondo quanto detto dal Commissario Borrelli – che si è verificata nell’ospedale di Lodi, dove sono stati ricoverati 51 pazienti gravi tutti provenienti dalla zona rossa di cui 17 in terapia intensiva. Vista la carenza di posti, sono stati trasferiti in altri ospedali lombardi.

Il Governo cerca una soluzione per rilanciare l’economia. Il decreto licenziato a tarda sera prevede, tra le altre cose, lo stop di tutti i pagamenti nella zona rossa e un’indennità mensile di 500 euro per un massimo di tre mesi per i lavoratori autonomi che svolgono la loro attività nei comuni della zona rossa, o siano residenti o domiciliati nei dieci paesi del lodigiano o a Vo’ Euganeo. È prevista anche la sospensione dei versamenti di ritenute e contributi per il settore turistico e alberghiero in tutta Italia. Voucher per consentire alle agenzie turistiche di rimborsare le disdette sia di alberghi sia dei voli.

Si tratta solo di un primo intervento, che non basterà a far ripartire il Paese, i cui danni economici sono già evidenti: -65% per abbigliamento e ristorazione, -40% per arredo e gli altri settori, piazza Affari che anche oggi ha chiuso in negativo, facendo segnare un -11% in una settimana. Per questa ragione il ministro dell’Economia Gualtieri, prima della riunione, ha sottolineato come sia necessario trovare una “linea di equilibrio, modulando in modo più preciso” le misure restrittive in atto e ha promesso che “stanzieremo risorse adeguate”.Il Paese deve affrontare l’emergenza “con determinazione, unità, serietà e anche fiducia”, sottolinea Gualtieri replicando a chi, come Matteo Salvini, chiede lo stop alle cartelle fiscali per tutto il Paese: “non è un’idea né saggia né utile”. Sul provvedimento si abbattono le critiche delle opposizioni, da Forza Italia allo stesso Salvini che parla di “briciole”.

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