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Regione Calabria affida la sicurezza sanitaria dei suoi dipendenti a un medico sotto processo per truffa e falso

Gen 26, 2017

REGGIO CALABRIA – Fra tutti i camici bianchi, disoccupati e no, concentrati in Calabria, la Regione ha deciso di affidare l’incarico di responsabile della sicurezza sanitaria della Cittadella (ovvero la sede della giunta a Catanzaro) a un medico legale attualmente imputato per truffa e falso in atto pubblico. E gli ha anche rinnovato la consulenza.

Lo specialista in questione è Ottorino Zuccarelli e, stando al suo curriculum, diagnosi potrebbe non averne fatte poi molte. E non solo a causa della passione per la politica che dal ’93 ad oggi lo ha portato a ricoprire vari incarichi istituzionali. Già sindaco del piccolo comune di San Fili negli anni Novanta, è tornato sullo scranno più alto dell’amministrazione nei primi anni Duemila, diventando inamovibile fino al 2015. Un incarico che nel 2009 si è sommato a quello di consigliere in quota Pd alla Provincia di Cosenza, proprio quando a presiederla era l’attuale governatore Mario Oliverio. Tante responsabilità dunque, che però non hanno indotto Zuccarelli ad abbandonare il camice. E il lavoro in ospedale.

Dal 1989 è in forza all’Asp di Cosenza, dove ricopre il ruolo di responsabile dell’unità operativa di Medicina legale di Rende, ma soprattutto della connessa commissione per il riconoscimento delle invalidità. Che è esattamente quella che lo ha messo nei guai.

Nel 2010 Zuccarelli, infatti, è finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Ippocrate, che ha svelato un gigantesco giro di falsi certificati di invalidità rilasciati da medici compiacenti e fannulloni. Le telecamere nascoste dagli investigatori più volte li hanno ripresi mentre timbravano il cartellino per poi andare via. Uno di loro era Zuccarelli, che per questo oggi è sotto processo con le accuse di falso e truffa di fronte al Tribunale di Cosenza.

Una brutta macchia che non ha però frenato la sua carriera politica, né ha creato imbarazzi in Regione quando si è trattato di affidargli l’incarico. Dopo la nomina e quasi immediata rinuncia della dirigente interna Silvana Angela Emilia De Filippis, per evitare un periodo “di scopertura – si legge nel decreto di affidamento dell’incarico – nella gestione del servizio di sorveglianza sanitaria e in assenza di una figura interna”, è stato bandito un avviso pubblico. Oggetto, 230 visite al personale amministrativo, altrettanti test per la vista, 50 visite al personale non amministrativo, altrettanti esami ematochimici con prelievo venoso e 17 “drug test urine” da effettuare in sei mesi. A detta della Regione l’offerta di Zuccarelli – che lavora in regime di intramoenia, dunque senza rinunciare al suo incarico a Rende – era quella “economicamente più vantaggiosa a fronte dei medesimi servizi offerti”. Per questo, lo scorso 13 dicembre gli sono stati liquidati 13.500 euro.

Ma alla Regione, il medico (imputato) con il pallino della politica sembra piacere molto. Per questo, Zuccarelli si è visto prorogare l’incarico prima per altri 3 mesi, per la modica cifra di 7500 euro, poi il 5 gennaio scorso, per altri 45 giorni, al prezzo di 3700 euro. Motivo? La Regione non riesce a “provvedere in tempi solleciti alle procedure di gara per il servizio di gestione integrata della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro”. Ma – si legge nella delibera – il mandato è “comunque suscettibile di revoca a seguito dell’esito della manifestazione di interesse” rivolta agli interni. Fra cui già in passato non era stato possibile trovare un medico disponibile.

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