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Regeni, il numero due del Csm Legnini: “Da Zucca parole inappropriate”. Avviati accertamenti dal pg della Cassazione

Mar 21, 2018

QUELLA DEL pm di Genova Enrico Zucca “è stata una dichiarazione impegnativa con qualche parola inappropriata”. Lo ha detto il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che in apertura del plenum ha anche espresso “stima e fiducia ai vertici delle forze di polizia”.

Ieri il ministero della Giustizia aveva fatto sapere che avrebbe acquisito gli atti relativi alle dichiarazioni del sostituto procuratore della corte d’Appello di Genova Zucca. Il magistrato, tra i giudici del processo per i fatti accaduti alla scuola Diaz durante il G8 di Genova nel luglio 2001, durante un dibattito sulla morte di Giulio Regeni a Genova aveva detto sostenuto che “i nostri torturatori sono al vertice della polizia”.

Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, titolare, assieme al ministro, dell’azione disciplinare, ha avviato accertamenti preliminari sul sostituto pg di Genova, per le dichiarazioni sui vertici della polizia, oggi riportate dai giornali. Il pg della Suprema Corte ha disposto l’acquisizione di elementi conoscitivi.

Zucca aveva detto che “l’11 settembre 2001 e il G8 hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche. I nostri torturatori, o meglio chi ha coperto i torturatori, come dicono le sentenze della Corte di Strasburgo, sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro torturatori?”. Il riferimento polemico di Zucca riguardava, tra gli altri, anche il ruolo assegnato a Gilberto Caldarozzi, uno dei principali condannati del processo Diaz e oggi vice direttore della Dia.

“Con quelle dichiarazioni – ha aggiunto il vicepresidente del Csm – il magistrato è intervenuto, facendo riferimento a un procedimento di cui si è occupato con impegno e professionalità, su un altro procedimento molto delicato, che vede anche la gestione di rapporti internazionali, della procura di Roma, esprimendo giudizi sulle forze di polizia facendo riferimento a quelle vicende processuali”. Il magistrato, secondo Legnini, ha espresso “un giudizio inappropriato sulla polizia di Stato”, ai cui vertici il vice presidente ha espresso “piena fiducia e sostegno per l’opera insostituibile cui assolve per la sicurezza nazionale”.

La riflessione sulle parole di Zucca da parte di Legnini ha preso spunto dall’aggiornamento in plenum sull’attività che il gruppo di lavoro costituito a Palazzo dei Marescialli e presieduto dall’ex presidente di Cassazione Giovanni Canzio sta portando avanti per elaborare linee guida per la comunicazione istituzionale negli uffici giudiziari. “Non possiamo e non vogliamo occuparci di profili deontologici o di condotta rilevanti sotto il profilo disciplinare – ha spiegato Legnini – ma auspico che il tema dei limiti e delle modalità di esternazione dei magistrati in ordine ai procedimenti loro affidati o di cui si sono occupati possa essere in qualche modo affrontato”.

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