Milano, 1 marzo 2019 – La notizia compare nella pagina iniziale del sito internet dell’Inps: «Reddito e pensione di cittadinanza:online i modelli». Su quello del Governo, invece, alle ore 22 c’erano ancora solo le informazioni di servizio. Nessuna traccia dei moduli da compilare. Non è l’unica anomalia. Perché – questa volta Inps ed Esecutivo concordano – tra le tre alternative dove presentare la domanda insieme alle Poste (prima opzione) e alla via telematica vengono citati i Caf, i Centri di assistenza fiscale.
«Peccato, però, che la convenzione non sia stata ancora firmata» dichiarano all’unanimità i sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil). La fumata bianca – anticipa Massimo Marchini (Caf Cgil Lombardia) – «dovrebbe arrivare domani (oggi per chi legge, ndr)». Questione di ore, vero, che testimoniano ancora una volta però il caos procedurale che ruota attorno a questo provvedimento. I Caf – 70 operatori attivi in Lombardia – non si faranno trovare impreparati. Tutti, seppur con sfumature diverse, temono «il forte impatto che le pratiche del reddito di cittadinanza avranno sugli uffici» e il rischio di «una grande confusione e una corsa alla domanda» che in alcuni casi non sarà soddisfatta. Secondo le previsioni della Regione, sono 650mila (il 6% dei residenti) i possibili aventi diritto al reddito di cittadinanza. Un numero lontano dal milione ipotizzato in autunno che sarà ulteriormente scremato: l’Isee inferiore a 9.360 euro, infatti, è la prima condizione per poter accedere alla copertura economica del Governo.
Ma non basta. Basterà, invece, alla luce delle richieste pervenute ai Caf già da gennaio – con incrementi che variano dal 30-40% (fonti Cgil e Cisl milanesi) al 25% (fonte Cgil) e 10% (Uil) su scala regionale – per armare la corsa all’ufficio postale o al Caf più vicino già da mercoledì, il primo giorno utile per inserire le pratiche da inviare all’Inps. «Già da inizio anno siamo bersagliati da richieste di informazioni telefoniche e negli uffici – conferma Marchini (Caf Cgil Lombardia) –. Ci stiamo organizzando a livello informatico, rinforzando la sede centrale e distaccando il personale da altri servizi: i nostri dati dicono che quasi la metà di chi ha richiesto l’Isee è sotto i 9.360 euro, ma non è l’unico parametro. Ci aspettiamo il boom nei primi 15 giorni, lavoreremo su appuntamento». «L’impatto su Milano sarà molto forte, soprattutto in zone come Giambellino, Corvetto, Gratosolio e Rozzano», prevede Metello Cavallo, amministratore delegato di Centro Servizi Fiscali Milano, società che gestisce i 40 Caf della Cgil tra Milano e hinterland. «Ci aspettiamo una grande confusione – dichiara Tommaso Di Buono, direttore dei Caf Cisl di Milano e area metropolitana –. La normativa è ostica per i non addetti ai lavori e da gennaio c’è stato un incremento degli Isee: abbiamo riempito le agende di appuntamenti in un periodo dell’anno solitamente tranquillo. Chi si presenta oggi sarà servito ad aprile: difficilmente le pratiche saranno inserite materialmente già la prossima settimana, l’attività va pianificata su appuntamenti». Vincenzo Vita, responsabile dei Caf Uil in Lombardia, conferma: «Ci aspettiamo un incremento sostanziale del lavoro. Dovremo verificare giorno per giorno l’andamento e nel caso valutare anche una riorganizzazione interna».
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