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Recensione RiME per Switch, patcha l’arte e mettila da parte

Nov 13, 2017

RiME

RiME approda su Switch senza sapere come funziona la nuova console Nintendo. Azzeccato, ma pretendiamo di più da un porting uscito con 6 mesi di ritardo e venduto sugli scaffali a prezzo maggiorato.

Rime logoRime logo

Per chi non lo conoscesse, RiME è un puzzle-platform in terza persona che ricorda tanto il buon vecchio ICO. L’anonimo protagonista del gioco si risveglia spiaggiato su un’isola deserta e non avendo la più pallida idea di come ci sia finito inizia a esplorare lo strano fazzoletto di terra alla deriva in cerca di indizi, risolvendo enigmi ambientali e attivando antichi meccanismi dormienti.

Il nostro obiettivo sarà farci strada nel cuore dell’enorme torre che svetta al centro dell’isola, i cui meandri ci condurranno di volta in volta attraverso i vari volti di questo luogo mistico. Ognuno ha un significato particolare, che diventerà chiaro solo alla fine del viaggio, in cui recuperemo la memoria e apprenderemo la verità sulla nostra sorte.

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Buona parte dei puzzle proposti sono di facile risoluzione. I livelli sono piuttosto lineari e solitamente basta aguzzare la vista o ragionare con un limitato numero di elementi per proseguire, ma questo perché l’obiettivo del team di sviluppo non è mettere alla prova il giocatore.

RiME è un’esperienza da vivere con calma, apprezzando la bontà del level design e della direzione artistica. Niente timer a metterci fretta, poche minacce e pure abbastanza mansuete, un concetto di morte che non impiensierisce neanche, Tequila Works ha confezionato una piccola, splendida avventura in solitaria in cui perdersi per ore.

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L’intuitivo level design si reinventa a ogni iterazione e riesce a guidare il giocatore senza spiccicare una parola o una riga di testo grazie a una sapiente disposizione degli elementi a schermo, lo stile grafico in cel-shading che tanto ricorda Journey e The Wind Waker è una delizia per gli occhi e durante il pellegrinaggio si viene cullati dalla magnifica colonna sonora orchetrale. Bastano 4-5 ore per arrivare ai titoli di coda, ma si lascia rigiocare volentieri grazie ai numerosi collezionabili sparsi in giro.

Ora, questo era RiME, com’è invece RiME su Switch? Il porting è stato affidato a Tantalus, che ricordiamo per il remaster in alta definizione di Twilight Princess per Wii U. All’epoca hanno compiuto un buon lavoro, stavolta non proprio. Il taglio delle performance a una risoluzione di 720p bloccata a 30 fps è un compromesso accettabile considerati i limiti tecnici della console, ciononostante l’impatto visivo in modalità fissa non ne risente e ha ben poco da invidiare alle altre piattaforme.

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C’è solo un problema: scatta. Dal primo avvio fino all’ultimo filmato il frame rate traballa vistosamente, raggiungendo di rado il traguardo dei 30 fotogrammi al secondo. Alle volte capita persino di cascare di sotto per colpa dei sussulti della telecamera. Dopo un po’ si riesce a scendere a patti con questa grana, ma non è molto piacevole.

Il motivo per cui abbiamo atteso 6 mesi questa versione però è fondamentalmente uno: giocare RiME in qualunque momento grazie alla natura ibrida di Switch. Riusciamo dunque a farlo dignitosamente? Vorremmo davvero rispondervi positivamente ma la realtà è un’altra: sganciata la console dalla stazione di ricarica RiME scompare, letteralmente.

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L’immagine si sgrana, diventa buia e continua comunque a scattare. Che fine hanno fatto i poligoni? Dove sono i colori? Sembra di giocare sul vecchio DS! La colpa non è della Switch del sottoscritto e non ci sono patch da scaricare sull’eShop, quindi per il momento dobbiamo tenercelo così, brutto e ingiocabile. Che combini, Tantalus?

In vista di un consistente aggiornamento è difficile consigliare RiME su Switch. I possessori dell’hardware Nintendo hanno atteso mesi per una versione inferiore a livello tecnico, più costosa (la versione retail se non altro) e addirittura monca, in quanto incapace di sfruttare il cavallo di battaglia di Switch, nonché la principale motivazione per cui rivolgersi a questa particolare edizione del titolo.

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Insomma, se volevate provare l’opera Tequila Works spaparanzati sul divano (in caso non l’abbiate già fatto) vi conviene adocchiare le piattaforme rivali, se invece desiderate a tutti i costi una versione da passeggio (o non avete altri mezzi) il nostro consiglio è quello di aspettare ulteriori sviluppi. RiME può essere ancora una perla su Switch, ma ci sono un bel po’ di spigoli da limare.

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