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Recensione Empires Apart, non chiamatelo Age of Empires

Apr 16, 2018

Empires Apart

La software house italiana DESTINYbit si butta nel mondo degli strategici in tempo reale con l’interessante Empires Apart, che forse prende un po’ troppo spunto da Age of Empires II ma al tempo stesso riesce ad avere la propria personalità.

Empires ApartEmpires Apart

Age of Empires, si sa, ha fatto la storia degli strategici in tempo reale, tanto da tornare in versione rimasterizzata. L’italiana DESTINYbit, dal canto suo, ha preso lo spirito della serie Microsoft per ricrearlo nel proprio Empires Apart per PC.

Fin dal primo istante di gioco siamo stati pervasi da un forte senso di familiarità, che ci ha consentito di iniziare la nostra partita senza indugi e con grande meccanicità. Esclusa la grafica stilizzata in tre dimensioni, anche saltando il tutorial, chi ha decine e decine di ore di gioco a Age of Empires II si troverà perfettamente a proprio agio.

Abbiamo il classico centro città, una manciata di cittadini e un esploratore a cavallo pronti all’uso. Abbiamo subito iniziato a raccogliere le vettovaglie, selezionando i coloni e cliccando sulla risorsa più vicina – pecore, selvaggina o bacche.

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Le materie prime presenti sono il cibo, la legna, l’oro e la pietra ma le similitudini con Age of Empires II non finiscono qui. Mentre la nostra unità a cavallo esplorava l’area abbiamo trovato delle reliquie da recuperare con il monaco e perfino l’interfaccia ricalca quasi pedissequamente quella della controparte.

Però l’evoluzione delle 6 civiltà disponibili – bizantini, francesi, cinesi, aztechi, arabi e mongoli – risulta più rapida e veloce. Innanzitutto non esiste una suddivisione in ere, ma sono presenti solo quattro potenziamenti (due economici e due militari) che sbloccano ulteriori edifici e unità. A ciò si aggiunge la presenza degli eroi che possiedono particolari abilità da utilizzare in battaglia. Giovanna d’Arco, nostra guida durante un sufficientemente esaustivo tutorial, può evocare uno scudo protettivo all’interno del quale i nostri soldati possono trovare protezione e riparo.

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Empires Apart è quindi una versione rifinita dell’RTS targato Microsoft: non semplifica le meccaniche come il terzo capitolo, ma ne rinfresca la veste grafica e ne alleggerisce il gameplay.

L’obiettivo degli sviluppatori è infatti quello di proporre un RTS altamente familiare – oseremmo dire copiato da Age of Empires – per gli amanti del genere, ma più dinamico e veloce in modo che si concentri maggiormente sulla componente multiplayer.

Empires Apart però pecca per quanto riguarda i contenuti. Non esiste una modalità campagna in cui apprezzare le diverse civiltà, che tuttavia offrono dei modi di giocare davvero diversi fra loro.

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Bizantini e francesi si assomigliano: sono perfette per uno stile di gioco “classico” basato sul connubio di strutture difensive e soldati per espandare il controllo sul territorio con nuovi edifici. Cinesi, aztechi, arabi sono invece civiltà avanzate che necessitano di un completo sviluppo per poter svelare il proprio potenziale.

I mongoli sono una civiltà insolita e complessa da padroneggiare. Per prima cosa non possono costruire mura o torri, tuttavia i loro edifici sono “smontabili”: si tratta di tende che possono essere convertite in carri e spostate a piacimento. I normali coloni infatti non possono costruire strutture ma bisogna affidarsi a unità specializzate. Inoltre, a differenza dei classici potenziamenti, i combattenti della civiltà mongola aumentano automaticamente le loro statistiche battaglia dopo battaglia.

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Pur peccando di una campagna, Empires Apart offre la modalità Schermaglia in cui fino a 8 fazioni, organizzabili in squadre, combattono in base a diverse condizioni di vittoria, limiti di popolazione e mappe di gioco. Insomma, il modo più comune di giocare un RTS.

A ciò si affiancano la modalità Sfida, che offre dei piccoli puzzle da completare sfruttando i punti di forza delle unità a disposizione e la più insolita Sopravvivenza. Durante il giorno bisogna raccogliere risorse e di notte difendersi dagli attacchi nemici.

In ogni caso il fulcro resta la modalità multigiocatore, soprattutto visti alcuni fastidiosi problemi che abbiamo rilevato durante le nostre partite. In primis i giocatori controllati dall’IA (alleati e no) si sono “dimenticati” della nostra presenza, generando un numero esagerato di coloni che nemmeno utilizzavano e neanche un soldato. È bastato un trabucco per eliminare le civiltà nemiche senza la minima resistenza, segno che il gioco necessità ancora di qualche aggiornamento per quanto riguarda il comportamento degli avversari.

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Il multiplayer, dal canto suo, manca dell’elemento più importante: i giocatori. Per quanto le meccaniche di Empires Apart siano adatte per le competizioni online, gli sfidanti latitano. Un vero peccato, ma dopotutto il titolo di DESTINYbit deve scontrarsi con il proprio ispiratore Age of Empires II, la cui base di giocatori è solida e difficilmente scalfibile.

Per quanto riguarda l’aspetto meramente estetico il gioco è piuttosto leggero, ma non quanto la grafica low poly farebbe credere. È comunque piacevole e ben si adatta al gioco. Gli sviluppatori hanno inoltre definito ogni elemento con contrasti netti e decisi ed è presente un ciclo giorno e notte.

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Purtroppo alle impostazioni massime e all’aumentare delle unità a schermo i fotogrammi calano da 60 a circa 40-45, ma siamo convinti che sia più un problema legato alla gestione di ogni colono e soldato da parte della CPU piuttosto che per le risorse richieste alla scheda video.

Verdetto

Ispirarsi va bene, ma Empires Apart forse attinge un po’ troppo da Age of Empires II. Per fortuna il titolo riesce a distinguersi sotto svariati aspetti, a partire dalla grafica tridimensionale fino al funzionamento delle civiltà. Nel complesso però gli sviluppatori sono riusciti a ottenere un gameplay veloce e competitivo, incentrato soprattutto sul multigiocatore. Purtroppo questa è anche la croce maggiore che Empires Apart deve portarsi dietro: la comunità è ridotta all’osso e non è facile giocare una partita in compagnia, a meno di non convincere qualche amico ad acquistare il titolo insieme a voi.


Tom’s Consiglia

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