lettino, incastrati come pezzi di un mosaico. Un sovraffollamento che, ricorda Laghi, “aveva già notato nel 2010 il prefetto di Ravenna Riccardo Compagnucci, che fece raddoppiare l’area. Negli anni successivi però è stata nuovamente ristretta, tornando insufficiente. Ma Compagnucci ormai non era più prefetto qui” .
E dire che nei tempi d’oro la Bassona è arrivata ad ospitare anche tremila turisti l’anno, con le amministrazioni a chiudere un occhio sui vuoti legislativi in nome dell’indotto che i naturisti una volta reindossati i vestiti portano in bar, ristoranti, alberghi. Nel 2012 il momento più critico, la crociata dell’allora sindaco Pd Matteucci per rimettere il costume ai bagnanti di Lido di Dante, sfrattando i nudisti dalla Riviera e incaricando la Forestale di sanzionare chi girasse “con gli organi genitali ben in vista”, da definizione di verbale.
Le sentenze hanno però sempre dato ragione a chi, multato, ha fatto ricorso, e girare con quegli specifici organi in vista è di nuovo tollerato. Ma ancora oggi senza un’ordinanza che lo riconosca ufficialmente, e adattandosi a star gomito a gomito coi vicini d’ombrellone.